domenica 28 ottobre 2012

VENERDI’ 9 NOVEMBRE
SPAZIO LIBERTARIO SOLE & BALENO
(SUBB. VALZANIA 27, CESENA)

ORE 20:30 - CENA BENEFIT
A SEGUIRE PRESENTAZIONE DEL PROGETTO OLGA
"E' ORA DI LIBERARSI DELLE GALERE"
Più o meno un tre anni e mezzo fa, sempre qui su Morire contro (ma nel precedente portale), nell'esprimere la mia volontà di voler scrivere e pubblicare da li' a poco un articolo su Fabrizio de Andrè (ovvero cosa ne penso in positivo ma soprattutto anche no, quindi non un patetico atto adulatorio come solitamente si legge in giro, spinto dalla solita voglia di adottare guru), cominciai a "postare" alcune "pillole" a mò di anticipazione, ma a causa di svariati motivi la cosa rimase in sospeso...E adesso? Potrebbe sembrare infatti che io sia qui nell'intenzione di ricominciare "lo spillolamento" con la ferma intenzione di adoperarmi nello scrivere a breve su "Faber", eppure...Non è cosi'. Diciamo che di "acqua sotto i ponti" ne deve passare ancora, ma comunque le "pillole" (con, quando lo ritengo opportuno come adesso, i relativi personali approfondimenti) ripartono.
A.


"Nancy"
(Leonard Cohen cover, 1973)

Nancy (che pare sia veramente esistita) vive da sola, e anche se la stragrande maggioranza delle interpretazioni ruotano attorno alla certezza che si prostituisce (forse l'ha fatto), credo che l'accenno al suo "ultimo spettacolo" si riferisca più che altro ad un concedersi facilmente in particolare per sentirsi accettata e riconosciuta (l'ostentazione della bigiotteria, poi, fa scaturire compassione), e sicuramente durante l'infanzia ha subito degli abusi sessuali da parte del padre, i quali si sarebbero consumati in un abitazione scarna/povera di "beni" (il riferimento all'innocenza nel "palazzo di giustizia" potrebbe far pensare che lui era un uomo di legge, quindi un autoritario che godeva di protezione, ma io penso che ciò alluda piuttosto al fatto che lei non riesce ad incolparlo sul serio per gli abusi - bensi' responsabilizza se stessa, inoltre, per quanto i termini inglesi spesso mutino concettualmente in base ai vari contesti, il testo originale non dice giustizia, bensi' "honesty"). Nancy, quindi, è nata e cresciuta nella povertà (pur se il "non c'era quasi niente" potrebbe riferisi anche o soltanto alla mancanza di affetto, non esclusivamente ad un discorso economico), e, superficiali nella loro veste di "homo stronzis classicus", in pochissimi si accorgono della sua condizione, ovvero della lacerante ferita interiore che gli avvelena l'esistenza, e chi quantomeno intuisce la teme, si sente incapace, e preferisce non addentrarsi per tentare di curarla (le "calze verdi" parrebbe un riferimento alla natura, ai prati, ai grandi spazi, quindi alla voglia di respiro, di libertà e naturalezza, ma forse è anche un omaggio ad una parte del suo essere ancora bambina, quindi "pulita", ma al contempo violata e stravolta da un trauma che l'ha gettata nella confusione e gli ha negato uno svilupparsi definitivo e concreto della propria personalità/identità)...Si "innamora" di tutti (ad indicare le sue frequenti avventure alla ricerca della "figura" ideale e/o idealizzata - sicuramente anche un pò quella paterna di colui che l'ha tradita, che pensa con erroneo senso di colpa e che desidera quanto teme, vissute con passione e voglia di dolcezza ma nel conflitto, nel blocco, sempre in fuga), perciò non si lega a nessuno in particolare e non vive un amore profondo, e a sua volta nessuno si vuole veramente, profondamente legare a lei, mentendo sul suo modo di vivere, raccontando e raccontandosela che sia prettamente il frutto di una libera scelta, e, in un modo o nell'altro, in questa limitatezza, paura ed insensibilità, usandola...Cosi', Nancy stacca i contatti dal "suo" mondo e si uccide, da una parte perchè non riesce ad unirsi a qualcuno e dall'altra perchè, appunto, non c'è chi vuole unirsi a lei:non può quindi amare veramente ed essere altrettanto veramente amata (per quanto vi siano in circolazione persone che sappiano cosa significhi amare sul serio), ma rimane comunque in qualche modo viva nel ricordo di chi l'ha incontrata ed "avuta":particolarmente fragile, insicura, sfuggente, chiusa, ambigua ma anche amorevole e, a suo modo e almeno in buona parte, sincera nel darsi, nel voler donare anche soltanto "brevi" ma intensi momenti intrisi della già citata passione la cui bellezza (e rarità) resiste alla "sfocatura" di quel "vendersi" che sta nel voler essere accettata e riconosciuta, e che per questo possono segnare profondamente...Dedico quindi il ricominciare con la pubblicazione delle "pillole" ad ogni creatura che è anche solo un pò in questa canzone e in questo mio approfondimento nella speranza che si possa liberare, liberazione che passa anche e soprattutto attraverso l'attingere dalla propria persona, non solo da qualcun'altro, cosi' come attraverso la raggiunta consapevolezza che non è necessario avere qualsivoglia persona accanto (né surplus di materia) per poter vivere.

(Qui una versione in inglese, coverizzata anch'essa)

mercoledì 24 ottobre 2012

 


 Genova:dai vicoli alle valli, gentrificazione ad Alta Velocità 
 Ascolta l'intervista su Radiocane

FIRENZE:TUTTI ASSOLTI PER IL "CORTEO DELLA MADONNA"


L'8 Dicembre 2007,  in risposta agli sgomberi di Villa Panico e Asilo Occupato, un corteo vivace e senza alcuna autorizzazione sfilò per le strade di Firenze approfittando della festa dell'immacolata. Dopo aver riempito di uova le gioiellerie del Ponte Vecchio, il corteo si diresse all'ex-Casa del Popolo di Santo Spirito e la occupò. L'occupazione, durata circa due settimane, fu la degna prosecuzione di quella giornata e venne volontariamente abbandonata alla vigilia della ripresa di Villa Panico. Oltre a tante belle sensazioni e alla scoperta di nuove complicità, il corteo della Madonna si lasciò dietro i soliti strascichi giudiziari e 13 compagni si trovarono denunciati per manifestazione non autorizzata, danneggiamento, occupazione e persino resistenza a pubblico ufficiale, nonostante l'assenza di qualsiasi contatto con gli sbirri. Questo Lunedì, la sentenza di primo grado ha visto tutti i compagni assolti da tutte le accuse. Lo facciamo sapere perché vogliamo aggiungere un pò di schiuma alle boccacce rosicanti della Digos, che in questo momento si starà chiedendo in cosa abbia sbagliato nel montare le accuse. Ma lo facciamo sapere soprattutto perché a Firenze e altrove sono tanti i processi di dubbia consistenza, imbastiti per spaventare i tanti e tante che rischiano la loro libertà nelle lotte sociali anticapitaliste e antiautoritarie. Coraggio compagni, la strada è accidentata, ma non sempre la fortuna si dimentica di aiutare gli audaci.

Qualche smadonnatore che c'era

Lunedì 29 Ottobre, dalle 21, serata in solidarietà alle lotte indigene

Dalle 20, cena. Dalle 21:"Resistere in Colombia, liberare la terra occupandola". Documentario sull'esperienza del movimento indigeno del Cauca Nietos de Quintin Lamee, un popolo in lotta per l'accesso alla terra, per la loro storia e per i beni comuni (sarà presente un ospite che racconterà il suo vissuto).

Cascina autogestita Torchiera senzacqua
(Piazza Cimitero maggiore n.18, Milano)

martedì 23 ottobre 2012

La Scintilla è un foglio cartaceo e telematico, indipendente, aperiodico e autofinanziato.
Il gruppo che realizza "La Scintilla" si incontra aperiodicamente in diversi luoghi della città.
Si parla di ciò che accade e di ciò che sarebbe bello far accadere. Scriveteci e venite a trovarci!

web:http://www.lascintillaonline.org
e-mail:lab.immaginista@autistici.org

lunedì 22 ottobre 2012




C.S.A. Kavarna (Cremona), Sabato 27 e Domenica 28 Ottobre
Due giorni contro repressione e galere

Sabato concerto benefit per l'opuscolo OLGA e per le/i compagne/i di Rovereto e Trento (Massimo libero, libere/i tutte/i), Domenica (dalle 15) sotto le mura del lager di Stato Ca Del Ferro(carcere di Cremona). Presidio contro le galere e il sistema che le produce e fomenta. Basta repressione, basta galere, rompiamo con l'esistente!

mercoledì 17 ottobre 2012


Francia:resistenza allo sgombero della ZAD


Negli ultimi giorni sono partite le operazioni di sgombero della ZAD (acronimo in italiano di "Zona da difendere"), una rete di case e terreni occupati come pratica di resistenza alla costruzione di un mega aeroporto a Notre-Dame-des-Landes, nei pressi di Nantes. Da un paio di anni, gli abitanti del luogo e molti altri nemici di questo modello di predazione e devastazione capitalista, stanno lottando per contrastare i piani di sviluppo e l'azienda costruttrice che li porta avanti:Vinci. Multinazionale francese dell'edilizia infrastrutturale, impegnata anche nella realizzazione dell'autostrada che intende mutilare la foresta di Khimki, in Russia. Attualmente, per scardinare la lotta ed espropriare i terreni, le truppe antisommossa stanno avanzando verso alcune aree occupate dai resistenti, che hanno organizzato barricate sulle principali arterie di accesso alla ZAD. Sito (in francese):zad.nadir.org

martedì 16 ottobre 2012



Sgombero in corso della casa occupata di piazza delle vigne a Genova. All'interno non c'era nessun occupante, ma ora non fanno avvicinare per il recupero delle cose. La piazza è chiusa, si stanno preparando in antisommossa. Una cinquantina di solidali nei vicoli circostanti.

martedì 9 ottobre 2012

Torino:processo resistenza allo sgombero dell'Ostile squat
Chieste pene pesantissime
 
Lunedì 24 Settembre si è tenuta l'udienza del processo per la resistenza allo sgombero dell'Ostile, avvenuta il 10 Dicembre 2009, con 17 imputati. Il PM Rinaudo, dopo oltre 2 ore d'udienza ha chiesto per tutto una condanna che va da un minimo di 4 anni ad un massimo di 6. MERCOLEDI 17 OTTOBRE, DALLE 9:00, SENTENZA DEL PROCESSO. Aula 45, ingresso 17, tribunale Bruno Caccia. PUNTALISSIMI.

Mezzi pubblici che passano in zona:
Metro Fermata Porta Susa. Bus Star 1 Fermata su Via Falcone Borsellino. Bus 56 e Tram Linea 16 Fermata 595 e 646 Piazza Adriano - retro del tribunale. Tram Linea 9 e bus 68 & 55 su C.so Vittorio Emanuele, Fermata Falcone Borsellino.
Manifestazione contro C.M.C. il 13 Ottobre a Ravenna
C.M.C. DEVASTATORI DELLA TERRA
LOTTIAMO PER LA TERRA E PER LA LIBERTA'
In ogni parte del mondo le lobby finanziarie-politico-mafiose aggrediscono, depredano e devastano col ridicolo alibi del "progresso" e con la complicità degli apparati statali, accade in Centroamerica, in Africa, in Asia come qui in Italia. Le situazioni di attacco ai territori e alle loro ricchezze sono innumerevoli. Da Nord a Sud non è possibile elencare tutti i tentativi di scempio:dalla Valle di Susa, passando per il Mugello, arrivando fino in Sicilia i grandi affaristi vorrebbero depredarci dei nostri beni e del nostro modo di stare insieme cementificando, perforando, scavando e inquinando. Vorrebbero calpestare il diritto a una vita dignitosa e sana in ambienti equilibrati e partecipati. I responsabili diretti hanno nomi come Impregilo, ENI, Todini e non ultimo C.M.C. La crisi globale viene usata da questi soggetti criminali per giustificare qualunque azione predatoria con la scusa del "creare lavoro e sviluppo". L'unico modo che i cittadini hanno di contrastare queste mire rapaci e devastanti è costituire aggregazioni sempre più allargate e coordinate, rendendo visibili le opposizioni. Per questi motivi è fondamentale organizzare mobilitazioni ovunque e metterle in rete. La prima inziativa è a Ravenna il 13 Ottobre, indicando come primo obiettivo una grande manifestazione nazionale contro la Cooperativa Muratori e Cementieri in quanto azienda appaltante del tunnel geognostico alla Maddalena di Chiomonte in Val di Susa, emblema e paradigma dei molteplici tentativi di devastazione. Un’azienda che irresponsabilmemnte vuole procedere a realizzare un cantiere rifiutato dai 60.000 residenti nella valle e dalle migliaia di NO TAV ormai presenti in tutta la penisola. In gioco non ci sono solo le spartizioni legate al T.A.V., ma soprattutto ALTRE LOGICHE DECISIONALI ED AUTORITARIE come il dimostrare che se il PD (che è dietro la CMC) o qualunque altro partito politico decidono qualcosa, i cittadini non devono permettersi di dissentire, di opporsi, di resistere. L’azione di opposizione critica, di lotta e di disobbedienza, delle comunità e dei territori infatti metterebbe in discussione gli stessi meccanismi di gestione del potere, i perversi equilibri dello scambio clientelare e mafioso. Queste le ragioni per cui è importante che tutti i cittadini liberi aderiscano a questa prima manifestazione, dove si rivendica il rispetto dei diritti fondamentali. Si tratta di formulare e ribadire con forza la proposta di un prossimo futuro dove alla categorie della velocità e della falsa efficienza si sostuiscano quelle della lenta ma inesorabile condivisione di risorse ed idee, di autodeterminazione, per una qualità di vita maggiormente in armonia con l’ambiente e la storia delle comunità territoriali.
"INDIVIDUI E REALTA' IN LOTTA CONTRO NOCIVITA' E DEVASTAZIONI DEI TERRITORI"
(RITROVO ORE 14:00 - STAZIONE F.S. RAVENNA)

lunedì 8 ottobre 2012

LIBERATI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PESCI DA UN ALLEVAMENTO IN SVEZIA

Comunicato di rivendicazione:

"Nella notte del 28 agosto l'ALF ha visitato l'allevamento di pesci "Umlax" nel nord della Svezia. Con l'aiuto dell'oscurità della notte e di un paio di coltelli abbiamo squarciato tutte le 18 grandi reti dell'allevamento permettendo a 520.000 pesci (131 tonni) di nuotare via liberi nel fiume di Umea. Invece di vite costrette in una prigionia angusta con stress e malattie che terminano con l'essere uccisi, venduti, e mangiati, oltre mezzo milione di individui hanno avuto la possibilità di una vita in libertà, l'opportunità di prendere decisioni, riposare e trovare cibo. Non pensiamo che ai pesci interessi che l'allevamento fosse senza assicurazione, o che l'allevatore abbia messo una ricompensa di 10.000 al pubblico per acciuffare i liberatori. Pensiamo che i pesci preferiscano vivere una vita in libertà, per quanto corta o lunga possa essere, piuttosto che vivere nell'inferno che è un allevamento di pesci. Tutti gli animali hanno diritto alla loro libertà! Usciamo nella notte e liberiamo! ALF"
VENERDI' 16 NOVEMBRE
CONCERTO PUNK AUTOGESTITO

INTOTHEBAOBAB (Bologna)

DYSTOPIAN SOCIETY (Firenze)

ANXTV (Spezia)

La musica in posti autogestiti è un diritto di tutti al di fuori della logica di mercato che prevede produttori per profitto e consumatori passivi. Nessun Copyright, iniziativa libera dalla mafia della S.I.A.E.

RDA MAYDAY
(Via delle Pianazze n. 29, La Spezia)

venerdì 5 ottobre 2012


L'ESTATE NO TAV

Il campeggio Gravella e l’Estate di lotta NO TAV sono stati di nuovo un buon esperimento, che ha costretto la controparte a mobilitare, oltre al suo (sempre più elefantiaco) apparato militare, anche il suo potente apparato spettacolare. L’uso di toni sempre più sguaiati da parte dei parlamentari e dei notabili a libro paga della Lobby del TAV dimostra che al potere non basta più parlare di sé a se stesso, ma che per muovere i suoi tentacoli polizieschi ha bisogno dello strepitio di imbrattacarte e faccendieri. Così, mentre si taglia la coda per farla ricrescere, denunciando scandali giudiziari che non interessano più a nessuno, sacrificando il corrotto di turno, scoprendo yacht e auto di lusso comprati con i tributi degli italiani, il movimento NO TAV è attraversato da tensioni e possibilità, intuizioni e zavorre, pessime idee e guizzi geniali, banco di prova ineludibile per coloro che vedono nella Val di Susa un laboratorio per nuove possibilità, e una speranza di rivoluzione. Da Bergamo a Palermo, da Napoli a Bologna, da Cagliari a Venezia, tanti refrattari han percorso i tornanti che portano all’ormai famoso campeggio NO TAV, il “campo base” che ha saputo tenere testa a un’occupazione militare vera e propria, per ben tre mesi. Un luogo come il campeggio Gravella ha dimostrato una volta in più, in questi tre mesi, che miscelando le tensioni, procedendo insieme ai complici che vogliamo grazie alla fiducia e alla limpidezza delle nostre idee e dei nostri modi di essere, possiamo creare, anche stretti tra il bosco e il fiume, e tra un fortino militare e la montagna, crepe profonde in questo mondo. È ciò che il potere non conosce e non comprende, ciò che noi abbiamo saputo costruire:un laboratorio di sperimentazioni, un buon viavai di intelligenze che non sono state svendute alla politica. La mobilitazione di quest’anno ha visto anzitutto la partecipazione di un numero maggiore di giovani della valle:ragazzi, che avevano vissuto il movimento in modo più distaccato negli scorsi anni, e che ora cominciano a vivere il loro territorio attraverso uno sguardo conflittuale, ma per fortuna ben poco militante (ad eccezione di alcune realtà inquadrate, nate in seguito a proselitismo d’area, che rischiano di diventare mero strumento di espressione della linea dettata da altri). Una partecipazione, quella giovanile, molto importante, se è vero che la lotta ha bisogno non solo del supporto di pensionati e famiglie, ma anche di adolescenti, ragazze e ragazzi, studenti delle scuole della valle:una componente che, per ragioni generazionali e sociali, più che di indole, ha spesso difficoltà a trovare modi e capacità per confrontarsi con compagni e monelli più stagionati, – confronto che resta molto proficuo per poter praticare i momenti di scontro con più idee e strumenti – e che ha sempre frequentato di malavoglia le "lentissime" riunioni dei comitati. Oltre alla componente giovanile di valle, un’altra che è apparsa in via di rafforzamento è quella della solidarietà straniera:in tre mesi abbiamo avuto il piacere di conoscere, nel vivo della lotta, compagne e compagni provenienti da tutta Europa. Tedeschi, inglesi, spagnoli, turchi, portoghesi, francesi, kurdi, svizzeri, polacchi, svedesi, austriaci hanno raggiunto il campeggio (e in molti casi hanno faticato a lasciarlo, già innamorati della valle!) e ci hanno raccontato le lotte antinucleari in Germania, la nascita dei comitati NO TAV in Francia, l’opposizione al governo in Turchia, la resistenza delle occupazioni di Londra…È stata l’occasione, per loro, di vivere dall’interno una battaglia su cui circolano in molti paesi racconti e informazioni (talvolta addirittura miti!), e di cui hanno immediatamente percepito la contradditorietà nel carattere insieme potenzialmente rivoluzionario e tiepidamente conservatore, quieto e bellicoso a seconda delle occasioni, ampio ma circondato da diverse difficoltà. Senza dubbio l’arrivo di così tanti NO TAV europei, in treno o in bicicletta (fin dal Portogallo!), in furgone o in autostop, meriterà nei prossimi anni maggiore attenzione, anzitutto attraverso traduzioni puntuali degli appelli, dei testi presenti sui siti, delle assemblee e delle informazioni nei presidi e nei campeggi. I valligiani, dal canto loro, hanno supportato il campeggio in modo più continuativo e attivo dello scorso anno, nonostante l’onere degli spostamenti in macchina (con quello che si potrebbe fare di ‘sti tempi con la benzina!) su è giù per la valle, molestati da continui posti di blocco. Tuttavia resta che i valligiani sono tendenzialmente più lontani dall’idea di campeggiare in valle, e così molti momenti quotidiani di vita del campeggio sono stati animati maggiormente dagli altri, da chi aveva deciso, per l’estate, di affiancare al piacere dei ruscelli e della montagna una scommessa su un possibile futuro di tutte e tutti. Ma non è mancato il sostegno attivo dei comitati, che hanno affrontato duri turni settimanali, spalmati su tre mesi, per un’ottima cucina in grado di sfamare tutti, e che non sono mancati, oltre che alle manifestazioni e alle assemblee, agli incontri con i NO TAV Terzo Valico e con chi si organizza di fronte a sciagure naturali (come i terremotati emiliani), o alle presentazioni di libri e dossier. Tre mesi di lotta, attraversati da migliaia di persone provenienti da luoghi e percorsi diversi, lingue diverse (fatto, questo, dalle conseguenze talvolta non indifferenti), non avrebbero potuto non sollevare questioni di grande importanza, discussioni e confronti anche veraci, che non hanno mai travalicato la scelta consapevole, da parte di tutti, di fare proprio il rispetto profondo per gli altri, dal momento che se è insieme che si parte ogni volta, è insieme che si dovrebbe ritornare. Non si sono riproposti i problemi dell’estate 2011, quando ad alcuni individui, talvolta raccolti sotto piccoli gruppi di “affinità” si era cercato di far accettare l’assemblea come organo decisionale, con insano e arrogante disprezzo per la dimensione individuale, e persino velleità (peraltro improbabili) di sovradeterminazione del movimento. Quest’estate tutte e tutti hanno condiviso l’importanza della pratica dell’autogestione totale, e evitando quindi la sovranità completa delle assemblee come unico luogo decisionale. (Con buona pace di chi, furbescamente, imputa a ideologie istituzionali e capitalistiche l'importanza dell’individuo e la validità del gesto individuale per poter così imporre la propria linea politica). Naturalmente c’è chi non smetterà mai di credersi stratega incompreso, di voler guidare il movimento dal suo interno (particolarmente definendo ogni propria scelta come popolare) o di essere convinto che due frasi in croce, imparate a memoria su qualche blog che riassume letture malcomprese di operaisti d’altri tempi, siano sufficienti a farsi profeti (chissà se acrobati) della rivoluzione. E’ emerso, senza troppe fortune, qualche tentativo di pilotare l’assemblea, e del resto questa è una situazione inevitabile, dal momento che fin quando ci sarà qualche organizzazione politica che vorrà “proibire” o “imporre” alcunché, questa pretenderà sempre di incidere su percorsi collettivi sui quali si lancia bavosa. Resta inoltre il problema – che è stato anche discusso – dell’utilizzo dello slogan “NO TAV” come un brand commerciale – come già successo con altri fortunati loghi (acab, antifa etc) – , ovvero qualcosa da attaccarsi al petto (o con cui farsi fotografare dai giornalisti) per darsi una legittimità di ritorno, sperando di ottenere brandelli di consenso che non si riuscirebbero ad ottenere senza coprirsi dietro a una battaglia più grande, a un nome più grande. Un utilizzo che al movimento difficilmente potrebbe piacere, come è emerso in molteplici discussioni:gli sforzi dei valligiani, in tutti questi anni, non sono stati compiuti per aprire spazi utilizzati da altri, tanto più se secondo logiche politiche e cripto-leniniste sul cui rifiuto il movimento ha costruito tutta la sua forza conflittuale. L’azione compiuta senza l’avvallo delle componenti politiche può, infatti, portare a valutazioni negative (anche scritte) da tali parti del movimento. Chi descrive queste valutazioni come “dissociazioni” pecca di precisione, non di sostanza:è vero che il movimento non può dissociarsi da qualcosa a cui non si è mai associato, ma ciò cui contribuirono i “dissociati” in precedenti cicli di lotte, con la loro disponibilità, fu quello di restringere il campo di investigazione. Astenersi da una “complicità” automatica è cosa buona e giusta:non necessariamente bisogna essere (chissà perché, poi) d’accordo con qualunque cosa faccia chiunque, in qualunque luogo. Ad una “complicità” così qualunquisticamente (e, perché no, passivamente intesa), contrapponiamo la solidarietà attiva, a viso aperto (ma a bocca chiusa), di chi decide di mettersi in gioco in prima persona, affrontando il terreno dell’illegalità quando necessario (senza mai piagnucolare per le conseguenze repressive) e sempre in base a decisioni che si prendono e si maturano di volta in volta insieme a chi si è scelto come compagno di via. Non ci interessano soporifere questioni teoriche sulla sacralità della lotta di massa e dei suoi atti. Mero politichese – noi siamo interessati alla rivoluzione. Non si può praticare lo scontro senza coltivare l’amicizia, la condivisione, l’aggregazione sociale; e il movimento ha i suoi tempi e le sue fasi, che vanno compresi e rispettati. Un atto condivisibile in astratto deve essere valutato dal grado con cui il suo fine e il suo mezzo si compenetrano:là dove questi aspetti si separano, è lì che nasce la politica. L’amicizia nella diversità che nasce nella lotta va tutelata, perché su una barricata è sempre meglio non litigare. Poi purtroppo esistono partiti o correnti, soggetti in continua trasformazione per poter monopolizzare la realtà della lotta. Le assemblee del movimento, se ricalcate sul modello degli organi istituzionali, saranno solo il luogo dove fazioni e bassi interessi politici si scontrano per arrivare a un voto, dove esistono vincenti e perdenti, dove c’è chi prevale e chi soccombe. Possono invece anche essere un luogo dove le idee cambiano di giorno in giorno, dove l’esperienza è rivoluzionaria per chi vi partecipa, dove le decisioni non per forza devono essere unanimi ma possono essere coordinate…un’armonia di dissonanze. Questa esperienza di lotta non è qualcosa che si sviluppa sulla concordia astratta tra chi vi partecipa, bensì sulla discordia della contrapposizione con ciò che devasta i nostri territori, compra e mortifica i nostri corpi e le nostre intelligenze, percuote e intossica le persone per limitare la loro speranza di poter cambiare se stessi e il mondo che li circonda. Il segreto della lotta NO TAV, la pozione magica della sua possibile riproducibilità, sta nella sua capacità di produrre conflitto non meno che condivisione, piacere e complicità. Fa parte del suo vissuto il riconoscimento dello scontro come uno dei momenti essenziali. Il conflitto non isola i movimenti, non li rende incomprensibili agli sfruttati; li qualifica, ne può disegnare una fisionomia di classe, altra rispetto al mondo delle istituzioni che danno forma al presente della devastazione e dello sfruttamento, della militarizzazione e della disinformazione. Soltanto l’indisponibilità ad esser complici di questo modello sociale può aprire nuovi scenari, al di fuori di rapporti di produzione della ricchezza, dal dominio globale di chi lucra sulla devastazione sociale e ambientale. La scelta di dare battaglia è, anche nei momenti impegnativi dell’assedio, della barricata o della rottura di un divieto, l’unica che ci permette di essere concreti, vale a dire di non delegare alla politica la tutela delle nostre vite e dei nostri bisogni. La storia del movimento mostra chiaramente che, sul piano della gestione burocratica e parassitaria dell’esistente (la gestione istituzionale, appunto), non ci sono destra o sinistra che tengano, poiché la torta da spartire è sempre la stessa:che sia il carrozzone di Lunardi da un lato, o la CMC dall’altro, i partiti rappresentano l’interesse di minoranze rappresentate da gruppi, che hanno a disposizione i mass-media e migliaia di uomini in divisa. Se il movimento, in questi anni, ha avuto un’influenza effettiva sulle istituzioni locali – i cui amministratori sono in molti casi dei NO TAV – tuttavia una delle sue possibilità concrete potrebbe essere proprio quella di fare a meno delle istituzioni e della caciara dei loro rappresentanti. La lotta è la scelta obbligata del movimento perché, oggi, è scelta obbligata per chiunque voglia strappare al potere la propria libertà. La valle sa che cosa è suo:per questo non trova più necessario attendere da qualcuno o qualcosa, interno od esterno ad essa, le ricette per la vittoria; né apprende altrove, se non nella lotta, la scienza e le pratiche della sua liberazione.

giovedì 4 ottobre 2012




DOMENICA 7 OTTOBRE, dalle 18.00, APERI-CENA VEGAN BENEFIT a sostegno della Campagna CONTRO IL MEGA MACELLO

Nel corso della serata:illustrazione della Campagna, facendo il punto sulla situazione attuale. Proiezione di una nuova investigazione sulla realtà degli allevamenti di suini della Lombardia. Chiacchierata informale sull'antispecismo, tra teoria e pratica. Oltre al buffet vegan sarà disponibile un banchetto con materiale informativo e le nuove magliette per sostenere la Campagna del Coordinamento Contro il Mega Macello.

Libreria 47 presso il C.S. Magazzino 47
(Via Industriale 10, Brescia)


No al macello, né a Manerbio, né altrove.
No allo sfruttamento in tutte le sue forme.
No ad ogni forma di prevaricazione e dominio.

CONTRO LO SPECISMO.
PER LA LIBERAZIONE ANIMALE!

Maggiori informazioni:
www.controilmegamacello.net
contromegamacello@live.it
www.magazzino47.org
Trovate microspie all'interno dello Spazio anarchico 76/A (Napoli)

Mentre facevamo dei lavori all’interno dello spazio anarchico 76/A abbiamo trovato due microspie. Le due sfogliatelle erano posizionate nelle bocche di lupo dei locali sottostanti, nelle due sale dove facciamo i concerti e le iniziative. L’intero marchingegno era composto da tre pile da 9 volt montate in parallelo tenute assieme al microfono-trasmettitore da nastro isolante coperto a sua volta da comune nastro da imballaggio.

Così apparivano le microspie al omento del ritrovamento.
La parte vicino ai 2€ è il microfono, dalla parte opposta è attaccata l’antenna.

La microspia privata del nastro più esterno.
Il microfono è stato deciso da noi.


Il tutto smontato.
Le pile sono risultate essere scariche.
Domenica 7 Ottobre, dalle, 14, presidio davanti al carcere del Cerialdo (Cuneo)
Interventi musicali e microfono aperto

Criminalizzazione delle lotte popolari, arresti, imputazioni per reati associativi, pesanti condanne per manifestazioni di piazza: sono questi alcuni degli strumenti della strategia poliziesco-giudiziaria che il Potere mette in atto per arginare la sempre più urgente ostilità nei suoi confronti. Perché sia chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di subire in silenzio l’escalation repressiva in atto in questo Paese, e per esprimere solidarietà a tutti/e coloro che affrontano il carcere e lottano fuori come dietro le sbarre, indiciamo un presidio davanti al carcere del Cerialdo (Via Roncata), dove è ancora imprigionato Maurizio Ferrari, arrestato nell’ambito dell’inchiesta contro il movimento NO TAV lo scorso 26 Gennaio.

Contro il carcere e la società che lo crea!
Tutte e tutti liberi!


Biblioteca Popolare Rebeldies, Cuneo.
"BLOODY BEAST FEST" III
Benefit per Radio Blackout (105.250fm)
Sabato 6 Ottobre, El Paso (Torino)

TESTO DI UN VOLANTINO DIFFUSO DOMENICA 30 SETTEMBRE A SARONNO

NUOVA OCCUPAZIONE ABITATIVA A SARONNO

Oggi abbiamo aperto una casa abbandonata da anni. Lo abbiamo fatto per soddisfare la necessità di avere un tetto sopra la testa. Ci avevamo già provato a inizio estate con l'occupazione brevissima di una villetta sfitta in Via Monte Generoso. L'intervento delle forze dell'ordine e il successivo sgombero non ci hanno tolto la voglia di provarci ancora. Non solo perchè ci serve un tetto sotto cui vivere, ma anche e soprattutto per sperimentare un diverso modo di abitare e condividere gli spazi, per far sì che questo luogo diventi un crocevia di esperienze e incontri. La speculazione abitativa pubblica e privata strozza con i prezzi proibitivi delle case la maggior parte della popolazione. I morosi o le persone sotto sfratto aumentano di numero ogni anno che passa. La nostra risposta non può essere altro che quella di riappropriarci delle numerose case sfitte o abbandonate che ci sono in ogni città e liberarle dalle logiche speculative del mercato immobiliare. Invitiamo chiunque voglia a passare a trovarci in Via Bainsizza 17. Solidali con morosi, sfrattati e occupanti; resistere si può. Senza casa non ci sto.

Comitato Autorganizzato Saronnesi Senza Casa

mercoledì 3 ottobre 2012

EX-CASERMA OCCUPATA 
(VIA ADRIANA N.16, LIVORNO)


Questa occupazione, realizzata da precarie e precari, studenti e studentesse, lavoratrici e lavoratori sfruttati da questo sistema, nasce come risposta dal basso alla crisi finanziaria e all'abbandono in materia di spazi sociali ed abitativi, creato in questi ultimi anni a Livorno da una classe politica interessata solo al profitto e distante dall'idea di gestione collettiva dei beni comuni. Le nostre vite, il nostro divertimento e il nostro modo di socializzare come gli spazi sociali liberamente vivibili e quelli abitativi, non meritano di essere subordinati alle logiche del mercato, del consumo e del profitto. Questa assemblea promuove pratiche di riappropriazione diretta di spazi abbandonati. La nostra azione ha un significato preciso:vincere i meccanismi sociali ed istituzionali di esclusione attraverso la promozione di forme e pratiche di riappropriazione diretta di tutto ciò che ci viene negato. Se le inefficienze dei mercati e delle politiche istituzionali ci privano di reddito, abitazioni e spazi di socializzazione, noi rispondiamo riprendendoci ciò che è nostro. Liberando gli spazi chiusi e le case negate. Le nostre proposte rispondono a queste esigenze, spaziando tra diverse tematiche:socio-culturali, abitative e non solo. Il nostro spazio liberato è messo a disposizione della cittadinanza secondo meccanismi di autogestione e condivisione, come spazio capace di soddisfare i bisogni più diretti di chi ne vorrà usufruire.

NON CI SONO GABBIE CHE TENGANO!

Sabato 6 Ottobre, serata a sostegno delle anarchiche e degli anarchici colpit* dalla repressione. Dalle 18:00 proiezioni video e a seguire dibattito su “l’antispecismo nella liberazione totale” con i compagni e le compagne di "ARACNIDE" (cassa di solidarietà contro la repressione). Dalle 21:00 cena vegan a cura di "VEGAN RIOT". A seguire, concerto con NO CONFIDENCE e LIVORE.

L38SQUAT
(Via Domenico Giuliotti 8x, Roma)

Il Laurentinokkupato è uno spazio molto grande che abbiamo occupato per farne un Centro Sociale nel 1991.  In precedenza avevamo, sempre all'interno di questo quartiere, occupato un casale abbandonato, questo dal 1987 al 1989. Il Laurentino 38, così si chiama il quartiere che geograficamente si trova a ridosso del GRA di Roma, alla periferia SUD-OVEST della città. Ci vivono più di 20.000 persone, le case sono costituite da blocchi di palazzi e torri costruite in cemento e pannelli di gesso, quindi abitazioni abbastanza insalubri e costruite nel criterio del massimo risparmio/massimo profitto. Infatti la grande parte del quartiere è costituita da case di proprietà dello Stato (ATER ex-IACP), che ha costruito questi enormi dormitori e non li ha poi dotati di alcun servizio. In questa assenza di servizi, di punti di aggregazione, possiamo dire nell'assenza di qualsiasi forma o presenza, pubblica o privata, che soddisfacesse il bisogno di socialità della grande componente giovanile che qui abita (o sopravvive), abbiamo occupato questo spazio dove abbiamo dato risposta a queste esigenze di socialità sicuramente della popolazione del quartiere, ma primariamente nostre. Laurentinokkupato/L38 Squat è uno spazio vivo che negli anni muta la collocazione delle attività, dei laboratori, della birreria ecc...E' comunque diviso su 4 piani (di cui però solo due sviluppano per molti metri quadri) al primo piano si trova l'ingresso, che si apre su un "cortile coperto" di cemento esterno allo spazio, al secondo piano si trova la sala grande dove facciamo i concerti e le assemblee popolari, al terzo piano si sviluppa la gran parte dello spazio e delle attività del L38 Squat/LAURENTINOKKUPATO. Qui c'è infatti la cucina, la birreria, il palco piccolo per serate unplugged (3 sale + sala ping pong), la sala prove musicali, il F-HackLab, la palestra, l'Infoshop e la biblioteca, e lo squat, al quarto piano c'è la maintenance e la torre di controllo. Inutile dire che quello che abbiamo trovato qui nel 1991 quando abbiamo occupato era la devastazione totale ed abbiamo costruito, anno dopo anno, veramente una bella struttura, senza un grandissimo sforzo economico (solo con i proventi della birreria e dei concerti), ma con un grande lavoro di riciclaggio di materiali ed un immenso lavoro fisico dove chi sapeva "insegnava" e insegna/reciprocamente a chi vuole imparare, tutto ciò che si fa qui dentro dai lavori di muratura alle saldature all'uso del mixer, del computer, della serigrafia...dei rapporti umani. In questi anni abbiamo fatto innumerevoli iniziative sociali, culturali , politiche nel quartiere e nella città. Tante iniziative contro il razzismo, il fascismo, il sessismo, contro i padroni, per la casa, per gli spazi sociali per la liberazione dei rivoluzionari e delle rivoluzionarie in galera, tante iniziative internazionaliste, per la diffusione di stili di vita alternativi etc. etc..

martedì 2 ottobre 2012

MANERBIO (BRESCIA):LIBERAZIONE DI TRE MAIALI

Video realizzato all'interno di alcuni allevamenti presenti in Lombardia, con un finale a sorpresa:la liberazione di tre piccoli maiali. Ciò che testimoniano le immagini sono scene di vita quotidiana, di detenzione e di allevamento di animali da reddito. E' la normalità, non si tratta di casi limite. Esseri viventi considerati mera merce, oggetti, la cui carne alimenterà un'industria che lucra sullo sfruttamento animale. Gli allevamenti sono dei luoghi di tortura e di sofferenza, dei veri lager, dei moderni campi di concentramento in cui la vita è calpestata dalla cupidigia di un sistema, che dall'allevatore al consumatore, azzera l'esistenza di animali senzienti, riducendoli a risorsa produttiva e merce di consumo. Il primo passo per salvare delle vite è eliminare qualsiasi prodotto di origine animale dalle proprie abitudini, diventando vegan. Un ulteriore modo per ridare la libertà a questi schiavi è l'azione diretta. Vedere le immagini della liberazione ci riempie il cuore di gioia, perché questi tre individui non saranno condannati a morte, non verranno deportati negli impianti di macellazione e non diventeranno cibo. Saranno maiali liberi, liberi di fare i bagni di fango nelle ore più calde della giornata, di coricarsi e riposare sopra un letto di paglia, di sviluppare il proprio carattere e seguire il proprio istinto. Questo video è dedicato alle/ai 'Barchem4', attivist* olandesi vittime della repressione. In questi mesi stanno affrontando un duro processo perché accusat* di avere liberato 5.000 visoni da un allevamento nei pressi della città di Barchem. Inoltre lo dedichiamo a tutt* coloro che supportano l'azione diretta e la lotta per la liberazione animale. Contro ogni tipo di sfruttamento, di dominio e di discriminazione. Contro lo specismo. Scegli da che parte stare.


Coordinamento Contro il Mega Macello