mercoledì 30 ottobre 2013

NUOVA OCCUPAZIONE A BOLOGNA
(COMUNICATO DEL 25 OTTOBRE)

Oggi è stato occupato un stabile in Via Saliceto 47. L'abbiamo occupato perché siamo senza una casa e con centinaia di edifici e appartamenti vuoti a Bologna non vogliamo più continuare a dover dare le nostre magre entrate (ottenute barcamenandoci tra lavori in nero e contratti di una settimana a paghe da fame) a proprietari strozzini a cui i nostri soldi servono per pagarsi il suv, pellicce e settimane bianche mentre per noi ci sono solo camere ammuffiteL'abbiamo occupato perché in questo quartiere vediamo la "riqualificazione" e la speculazione dei soliti potenti che avanza, che vogliono rendere una zona popolare il nuovo centro amministrativo della città, cacciando poco a poco i suoi abitanti, con retate, sfratti, aumento dei prezzi di ben di ogni tipo, in nome di una sicurezza che è solo quella del portafogli dei ricchi, mentre riteniamo fondamentale opporci alle decisioni prese sulla base di interessi economici sulle nostre vite, su come e dove dovremmo incontrarci, su come dovremmo gestire le nostre amicizie, i nostri sogni, le nostre viteQuesto stabile è di proprietà di una ditta che ha il compito di ristrutturarlo per rivenderlo a prezzi più alti, non sappiamo con che destinazione, ma non vogliamo l'ennesimo albergo o ufficio per una dirigenza che altro non fa che aumentare il divario tra chi i soldi ce li ha e chi invece ne ha sempre meno. Abbiamo occupato per poter vivere in un posto fuori dalle logiche e dalle gerarchie della competizione, del lucro, per dare vita ad un luogo di incontro libero, per poterci conoscere ed organizzare contro i meccanismi soffocanti della metropoli che ci vuole muti al posto che hanno riservato per noiSiete tutti invitati da subito a vivere o visitare lo spazio. Vediamoci tutti e tutte Sabato 26 ottobre ore 18 assemblea aperta ed alle ore 20 cena popolare per discutere insieme di quello che vogliamo fare per non delegare ad altri le decisioni che ci riguardano.
Gli/Le Occupanti
ANTIPSICHIATRIA
(PARTE QUARTA)

COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO "ANTONIN ARTAUD" (PISA) - Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista" della mente, ma siamo tutte persone interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull’intero corpo sociale. Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società. E’ arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e di smascherare l’interesse economico che si cela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci. Il gruppo si propone di denunciare (in quanto rendere note, n.d.r.) le violenze e gli abusi della psichiatria, di fornire un aiuto legale e informazioni sui farmaci e sui loro effetti collaterali. Contatti:antipsichiatriapisa@inventati.org - Blog:www.artaudpisa.blogspot.com. Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgono tutti i Martedì alle 21:30 allo Spazio antagonista "Newroz" in Via Garibaldi 72. COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO BERGAMO - Nato per contrastare gli usi e abusi della dottrina psichiatrica e della sua presa in carico del vivente. Impediamo che i tentacoli asfissianti della psichiatria continuino ad allargarsi in ogni dove, violentando la sfera spirituale, umana, sociale, del disagio, della sofferenza, dell' essere...della vita. Il Collettivo, completamente autogestito nelle risorse umane e finanziarie non ha nessuna affinità ne collaborazione professionale con la pseudo-scienza psichiatrica. Non si prefigge nessuna cura né definizione-classificazione dell'altrui condizione esistenziale poichè riteniamo che la relazione umana deve essere vissuta nella reciprocità, empatia, autodeterminazione e solidarietà, in netta opposizione ad un monopensiero fatto di delega, disgregazione e omologazione. Forniamo informazioni sui propri diritti, sia alle persone che si trovano all'interno del circuito psichiatrico, che a individui che rischiano di essere psichiatrizzati. Offriamo:consigli orientativi e non vincolanti per fare a meno della psichiatria, informazioni riguardanti gli psicofarmaci e i suoi effetti collaterali, consulenza legale e medica gratuita. Denunciamo e condanniamo la psichiatria, tutte le psichiatrie...La violenza non può essre riformata ne democratizzata, ma solo abolita. No a nessuna normalizzazione, prima fra tutte quella psichiatrica. Contatti:collettivo.antipsichiatricobg@yahoo.it. Incontro settimanale:ogni Lunedì alle 21:30 allo Spazio anarchico "Underground" (Via Furietti 12/b) COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO "VIOLETTA VAN GOGH" (FIRENZE) - Di fronte alla pretesa scientificità della psichiatria noi denunciamo l'arbitrarietà e la barbarie di strumenti come il trattamento sanitario obbligatorio (il T.S.O. è un sequestro di persona legalizzato che impone a chi lo subisce un bombardamento di farmaci deleteri per il fisico e per la psiche, in non pochi casi somministrati a persone legate al letto di contenzione), l'elettroshock e le puerili forme di rieducazione (nei centri di recupero) offensive della dignità della persona. Per non parlare del marchio infame e degradante che viene incollato addosso per sempre a chi subisce trattamenti psichiatrici. Vogliamo denunciare inoltre le responsabilità politiche che mantengono questo stato di cose per assecondare gli interessi delle multinazionali della terapia (industrie farmaceutiche, manualistica, università, scuole terapeutiche di vario tipo). Contatti:violettavangogh@inventati.org


Fabbriche di carne è il frutto di 9 mesi passati a raccogliere informazioni e immagini video e fotografiche degli allevamenti di maiali in Italia. Tra il 2011 e il 2012 siamo entrati in più di 50 allevamenti, di giorno e di notte. Lo abbiamo fatto senza aver avuto alcun invito o autorizzazione. Per testimoniare lo stato di cose quotidiano, non preparato ad arte per una qualche visita, e per mostrare che certe situazioni non sono eccezioni ma parte integrante di un sistema di produzione. Un viaggio in un inferno che ci ha portato a contatto diretto con le vittime di questo sistema di schiavitù e con i loro sguardi, che chiedono la libertà e si perdono nell'indifferenza. Corpi feriti, mutilati, ricoperti di escrementi, soggetti a temperature rigide in inverno e soffocanti in estate, privati di qualsiasi dignità e possibilità di esprimere la propria natura. La sola cosa che possono fare è guardare quello che viene loro inflitto. Da questo inferno dantesco verranno trascinati fuori a calci, a bastonate o con l'impiego di scosse elettriche per essere buttati su un camion diretto al macello. Per tutte le info e le fotografie:www.fabbrichedicarne.net

Riportiamo le testimonianze di alcune ragazze rinchiuse al carcere della Dozza (Bologna) che ci hanno scritto raccontandoci quello che ha significato per loro la battitura che hanno portato avanti durante la mobilitazione nazionale.
 (GiùMuraGiùBox Forlì)

19.55...l'orologio indica che il momento del nostro grido è vicino...tra 5 minuti potremo innalzare la nostra voce oltre quelle mura che limitano il vedersi dei nostri visi. Quel momento in cui noi detenute riuniremo il nostro dolore, la nostra rabbia, la nostra speranza in un unico atto, quello di battere con tutta la forza che abbiamo in corpo contro le gelide, arrugginite sbarre morte a cui appoggiamo le mani ogni volta che il nostro sguardo si posa sul cielo sconfinato. Le 20.00, partiamo all'unisono con una carica eccezionale che pochi possono comprendere. Sale il rumore assordante di tante mani di PERSONE piene di voglia di vivere e di tornare a far parte del mondo...Quel mondo che tanto amiamo e che appartiene a noi quanto a chiunque altro. I pensieri scorrono incessantemente e viaggiano lontano..Arrivando a chi abbiamo di più caro al mondo e mentre sale la nostalgia dallo stomaco, sale anche l'energia per battere ancora più forte. Anni..tutti questi anni..Perché..Mi guardo indietro e so di non essere una persona cattiva, anzi sono una persona normale che si batte per ciò in cui crede...Ed eccomi qua, unita alle mie compagne detenute ad alimentare l'urlo. Un urlo che si chiede perché qualcuno ha deciso che ciò che facevo era reato, perché i sistemi creano il problema per poi darci le sue “geniali soluzioni”. Siamo solo pedine dei potenti e dopo esserlo stata per 24 anni interi ho deciso di non seguire più la corrente e chiedere di vivere in un mondo migliore senza guerre, senza crudeltà tra esseri viventi (preciso animali compresi), con rispetto e amore verso il mondo che ci ospita, senza gabbie che rinchiudono persone che non meritano di essere private della loro libertàIl mio pensiero personale su questa battitura che abbiamo fatto è che è stato molto liberatorio e son contenta di aver contribuito in tutto ciò. Spero che venga riportato tutto ciò. Ho urlato il mio odio contro questo sistema sbagliato e ipocrita dove lo stato ci ha messo in ginocchio e noi paghiamo i danni per aver fatto cose per sopravvivere. Ma rifarei tutto dall'inizio. Non mi pento di niente. Viva la libertà, anche di parole ed espressione. Cosa si può provare dietro ad una finestra e dentro un 3 metri quadrati di spazio in tre? La sensazione di una battitura contro a queste sbarre non è determinata solo dal fatto di una persona condannata o non! Ma è determinata dalla propria unione psicologica o morale all'interno di un contesto non proprio. La sensazione di libertà, del proprio spirito, della propria mente, del sentirsi vivi dentro all'inferno, consapevoli che fuori il mondo va sempre di più al contrario, della troppa ed eccessiva industrializzazione morale, psicologica ma soprattutto umana. Al risposta ad un quesito. Perché? Non si parte dall'idea di aver vinto! Ma si deve pensare, agire e proclamare e soprattutto far capire di quanta ingiustizia, corruzione, ipocrisia vige dentro all'apice..”della legge è uguale per tutti”. Questa battitura dovrebbe sentirsi all'interno del proprio io e seguire per un'utopia migliore con le giuste proporzioni. Cosa che molto spesso rimane un'utopia. Tutte le mattine la sveglia era quell'orribile rumore alle sbarre chiamata battitura: l'agente entra sbattendo quell'orribile manganello alla grata. Quel rumore rimbomba nelle orecchie e viene fatto apposta per svegliarti e buttarti giù dal letto. Siamo classificati senza cuore e senza intelligenza ma il nostro grido alle sbarre è “ridateci la nostra libertà”. In galera si trovano persone per i seguenti reati: rapina, prostituzione, spaccio, ecce cc ma i politici ci hanno rovinato togliendo il lavoro senza poter portare a casa un pezzo di pane. Ma i giudici si rendono conto che con la crisi economica stanno aumentando i reati ma si chiedono dove sono le fondamenta del problema? Oggi sono IO a fare la battitura cercando di buttare giù quelle sbarre e il mio grido per farlo sentire al mondo intero che non sono criminale o ladra ma sono una persona con sani principi e con la mia intelligenza posso dire al giudice “Giudice lei è giudice perché ci sono IO per il reato commesso. Ma lei non si chiede il motivo del mio reato?” Al popolo grido “datemi della colpevole ma lo stesso vivo con il mio rispetto con il mondo intero”. Un giorno con questa battitura potrò avere giustizia con i miei sani principi. Se occorre di rifarlo sbatterò il piatto alle sbarre finché le mie mani non si riempiranno di lividi. Per poter avere la mia libertà. La battitura è stata uno sfogo emotivo, una liberazione della rabbia che cresce poco per volta. Rinchiusa dentro una cella con poche cose personali che ti legano, condividendo tutto con almeno altre 3 persone, che poi diventano una famiglia momentanea. Non avendo un modo di sfogo la battitura in quel preciso momento ha potuto farmi scaricare tutta la tensione emotiva, per arrivare alle orecchie di chi deve ascoltare un detenuto.

MILANO
CIRCOLO ANARCHICO - RIPA DEI MALFATTORI
malfattori.noblogs.org

mercoledì 16 ottobre 2013

Ma questo "V per vendetta", questa specie di nuovo Capitan Harlock riciclato in salsa hollywodiana per darlo in pasto alle masse in modo tale da incassare montagne di soldi speculando sulla repressione/oppressione e rafforzando l'idea che ci debba sempre essere un eroe, una guida, o comunque qualcuno che si sacrifichi ed agisca per gli altri o che in un modo o nell'altro prenda in mano le redini delle cose (delega, principio antirivoluzionario) per "migliorarle", lavando cosi' ulteriormente il cervello in questo caso non prettamente ai bambini, ma ad "adolescenti" in procinto di rimbecillirsi in una maniera impressionante e ad "adulti" che oramai è un miracolo se riescono a snocciolare fluidamente due o tre ragionamenti di fila, insomma:questa stronzata colossale che per quanto possa superficialmente apparire il contrario è, appunto, funzionale al sistema, quindi nociva, dai connotati violenti e viscida, è davvero cosi' elettrizzante? Il simbolino per assassini giustizieri che fantasticano che salti in aria il Parlamento bum bum e non cambi, ovviamente, un emerito cazzo? Usare veramente il cervello, cercare di staccarsi veramente con tutte le forze dai condizionamenti, aprire veramente gli occhi, smetterla di giochicchiare coi computerini, la libertà, gli altri e se stessi, smetterla con lo sminuirsi e lo sminuire la vita, toccare veramente con mano la realtà (che non vuol dire soltanto sapere cosa significa alzarsi alle 7 di mattina per un "lavoro" da qualche centinaia di euro al mese).
A.

ANTEGNATE (BG):SECONDA BICILETTATA CONTRO GLI ALLEVAMENTI DI VISONI


Il Coordinamento Liber* Selvadec vi invita, Sabato 19 Ottobre, a una nuova giornata di mobilitazione contro l'apertura degli allevamenti di visoni nella provincia di Bergamo e Cremona. I paesi di Antegnate e Misano, sede dei progetti di allevamento, saranno attraversati da una rumorosa Critical Mass con l'obiettivo di ribadire la ferma opposizione a questi progetti di sfruttamento dell'uomo sugli altri animali e dell'uomo sulla Terra. Ci troviamo, ognun* provvist* di bicicletta, alle 10.00 davanti al comune di Antegnate (Via Dante Alighieri). Poi, pedaleremo in direzione di Misano e, durante il percorso, ogni paese, auto e passante sarà informat* su quello che accade nei territori della bassa bergamasca e sulla necessità di agire per le liberazioni animali. Durante il percorso, ci sarà un momento di ristoro con alimenti provenienti da coltivazioni locali e biologiche, liberi da pratiche di sfruttamento animale e della terra. Per chi parte da Bergamo, il ritrovo è alle 9.00 al parcheggio della Malpensata (Via San Giovanni Bosco). Ogni voce, suono, cartello, messaggio che porteremo con noi, renderà più comunicativa la nostra iniziativa: vi invitiamo a portare con voi qualsiasi strumento rumoroso e/o cartelli a tema, di vostra fantasia. Chi fosse sprovvisto di bicicletta e/o avesse altre esigenze, ci contatti.

Per informazioni e adesioni: 
liber.selvadec@inventati.org
www.liberselvadec.noblogs.org
Coordinamento Liber*Selvadec
Bergamo, 29 Settembre 2013
 
VISITATORI DI TUTTO RISPETTO...

16.10.13  10:58:13 Ministero dell'Interno Italia 212.14.140.2 Explorer 8 Windows XP
16.10.13  12:43:25 Comando generale arma dei carabinieri Italia 78.5.138.93 Explorer 8 Windows 7

lunedì 14 ottobre 2013

Nella provincia di Cremona, a pochi chilometri dal centro di Crema, sono presenti ben 2 allevamenti di visoni. Nelle gabbie di questi lager sono prigionieri più di 20.000 animali, che verranno uccisi in camere a gas e scuoiati per farne pellicce. Ma ben pochi lo sanno. Aiutaci a fare informazione sulla condizione degli animali in questa società. Aiutaci a far conoscere i luoghi dello sfruttamento e a dare voce a chi è prigioniero delle gabbie.
  ALZATE DI MOMO, 5 SETTEMBRE:A.L.F. LIBERA 407 PORCELLINI D'INDIA DESTINATI ALLA VIVISEZIONE

 COMUNICATO DI RIVENDICAZIONE:  Con questo comunicato rivendichiamo la liberazione di 407 porcellini d`India dall`allevamento `Bettinardi` situato in Via Cascinini ad Alzate di Momo, in provincia di Novara, avvenuta la notte del 5 Settembre 2013. Da oltre 10 anni l`allevamento di cavie e conigli di proprieta` di Giuseppe Bettinardi rifornisce l`industria della vivisezione nel piu` totale anonimato. Non stupisce che immediatamente dopo l`azione i media abbiano tentato di nascondere la verita` riguardo a questa struttura, descritta come `allevamento di animali da compagnia`. Sfortunatamente per Bettinardi, siamo in possesso di tutte le informazioni necessarie per rendere finalmente noti i suoi legami con l`industria della sperimentazione animale. Bettinardi alleva conigli ( prevalentemente `New Zealand white`) e cavie di razza `Dunkin Hartley`, questo tipo di animale viene utilizzato esclusivamente a fini di ricerca. Abbiamo reperito informazioni su innumerevoli crudeli esperimenti di `ricerca di base` in diverse universita` italiane e sappiamo con sicurezza che questo allevamento rifornisce con continuita` le universita` di Milano e Pavia. Siamo a conoscenza di esperimenti nei quali cavie allevate da Bettinardi sono state uccise esclusivamente per prelevare porzioni di muscolo dal loro stomaco, per poterle in seguito stimolare elettricamente nel tentativo di stabilire se il farmaco `Levosulpiride` abbia o meno effetto procinetico (ossia se sia in grado di stimolare la funzione motoria intestinale). Durante due altri esperimenti ad un totale di 40 conigli provenienti da questo allevamento e` stata aperta la gabbia toracica, una canula e` stata inserita all`interno mentre gli animali erano vivi e coscienti ed una speciale soluzione e` stata iniettata nei loro polmoni. Gli animali sono stati infine uccisi, di modo da poter raccogliere campioni di liquido dai polmoni durante una ricerca sul funzionamento di questo organo. In altri due esperimenti di appena alcuni mesi fa 38 e 22 conigli, sempre allevati in questo luogo, venivano uccisi per dissanguamento (il che significa che e` stata loro tagliata la gola e sono stati fatti sanguinare sino alla morte) solo per poter rimuovere la loro gabbia toracica ed i loro polmoni come parte di una ricerca sulla lubrificazione dell`apparato respiratorio. Questi sono solo alcuni esempi degli esperimenti che questo allevamento ha reso possibili rifornendo gli animali ai laboratori durante gli anni. Sebbene una parte del movimento, e la maggior parte delle persone, spesso concentri la propria attenzione su altri animali usati nella ricerca (come cani o scimmie) le specie piu` piccole rimangono le maggiormente usate nella vivisezione. In Italia vengono usati in media 13.870 porcellini d’India ogni anno nei laboratori, contro i circa 950 cani. La reazione quando si parla di cani e` maggiore in quanto le persone riescono piu` facilmente a connettere con questi animali o semplicemente perche` li percepiscono piu` familiari. Ma gli individui che soffrono e muoiono nelle strutture di ricerca sono molti di piu` e la nostra lotta ambisce alla liberazione di ognuno di loro. La vivisezione, in un sistema capitalista globalizzato, rappresenta uno dei settori dello sfruttamento animale piu` redditizi per una delle industrie piu` potenti al mondo, quella chimico farmaceutica. La fede cieca nel progresso scientifico e tecnologico, propugnata da ricercatori e multinazionali, e` l’ espressione ultima della mentalita` capitalista e antropocentrica. Quest’ideologia che ci presentano come il cammino inarrestabile dell’essere umano verso un presunto miglioramento delle nostre condizioni di vita, e` usata come giustificazione per il dominio sulla natura, la tortura e l`uccisione di un numero infinito di animali non umani, come pure di esseri umani usati come cavie nei paesi economicamente poveri, nelle carceri o negli ospedali psichiatrici. L’allevamento e` composto da due grossi capannoni attaccati in fila l’uno dietro all’altro, che formano una struttura divisa in varie sezioni, alcune usate per i conigli ed una per i porcellini d’India. Tutti i conigli rinchiusi in questo allevamento sono tenuti in gabbie strette e completamente spoglie, dove non hanno possibilita` di alzarsi, girarsi o fare qualsiasi altro movimento. La maggior parte dei porcellini d’India sono tenuti in box di legno in gruppi piuttosto numerosi, mentre un numero minore di animali sono rinchiusi in piccole gabbie di plastica, in gruppi da 3 a 5. In nessuno degli spazi dove gli animali vivono sono presenti tane o luoghi dove poter trovare rifugio, anche se per loro si tratta di un bisogno primario ed il dover restare sempre esposti sia una grossa fonte di stress. L’abitazione dei propietari, una grande casa di campagna, e’ situata a pochi metri dai capannoni. Intorno case e campi tra cui camminiamo al buio, per raggiungerli. L’erba ci accarezza le gambe mentre in fila indiana apriamo sentieri non scritti. Non e` contemplata via di fuga per gli animali, ma questa notte creeremo un nuovo varco: le finestre diverranno porte, i campi vie per la liberta`. Daremo aria fresca ai nostri sogni ed agli animali che ancora non sanno cosa sia. Quanti saranno? ce la faremo a portarne via cosi` tanti? Avranno paura? Anche noi abbiamo paura, non siamo eroi da sangue e cuore freddo. Incertezze ed errori sono presenti, ma la rabbia e` troppo grande, l’odio e` troppo forte. Nulla ci puo` togliere la voglia di agire affinche` ad avere paura siano i nostri nemici. Avvicinandoci all’allevamento cade una stella cadente, per ora un unico desiderio: tornare a casa sani e salvi con tanti musetti intorno a noi. Il palo si posiziona per controllare I movimenti all’interno della casa e durante l’azione ci muoviamo facendo meno rumore possibile, mentre all’interno della abitazione qualcuno accende e spegne la luce, guardando uno schermo, ignaro di cio` che sta accadendo a pochi metri di distanza. A coprire un poco il suono dei nostri movimenti ed i fischi dei porcellini d’India c’e` una ventola di aerazione dell’allevamento e di tanto in tanto l’abbaiare del cane del proprietario o di quello dei vicini di casa, o ancora, il passaggio di un treno in lontananza. Rimuoviamo la zanzariera che ricopre una finestra aperta sul retro del capannone, sulla parte opposta alla casa, che avevamo individuato durante la preparazione dell’azione. La finestra si trova a piu` di 2 metri di altezza, quindi mettiamo delle scale contro il muro, una all`esterno ed una all`interno della stanza in cui sono imprigionati centinaia di porcellini d`India. Entriamo, ci ambientiamo velocemente e cominciamo subito a riempire i contenitori che useremo per trasportare gli animali. Prima della notte dell’azione il nostro gruppo ha discusso a lungo sull’opzione di liberare anche dei conigli, ma per motivi pratici abbiamo dovuto prendere una decisione estremamente difficile. In effetti, a causa della dimensione molto stretta della finestra da cui abbiamo portato via gli animali, e delle condizioni assai delicate in cui si e` svolta l’azione, abbiamo optato per portare via il maggior numero possibile di individui e per ovvi motivi di tempo, spazio e peso, questo ha significato concentrarci sui porcellini d’India, riuscendo alla fine a svuotare quasi tutto il capannone. Ci dispiace tantissimo non aver potuto liberare tutti gli animali. Quelli che abbiamo preso con noi vivono ora in luoghi accoglienti con le necessarie cure e con tutto il tempo per dimenticare l’allevamento e non conoscere mai le fredde mani dei vivisettori. Prima di andarcene lasciamo un messaggio a Bettinardi con una scritta sul muro interno del capannone quasi vuoto “Il loro incubo e` finito, il tuo e` appena cominciato” firmato ALF con una A cerchiata. Ed ora andiamo via di qui prima dell`alba! Scappiamo, ma lentamente…sono pesanti 407 porcellini d’India! Una volta al sicuro ci guardiamo, siamo quasi piu` di mille occhi e non abbiamo piu’ dubbi: l`ALF ha vinto ancora. Questa liberazione, come ogni altra azione diretta, apre squarci di liberta` che non sono recuperabili dal sistema, andando direttamente all’obbiettivo. L’azione diretta e` uno strumento efficace, ma non solo, la rivendichiamo politicamente in quanto contiene in se` la nostra critica allo sfruttamento e la nostra voglia di contrattaccare. Sabotaggi, attacchi e liberazioni si pongono al di fuori della triste logica dell’attivismo ‘politicante’ e legalitarista, ci mostrano le potenzialita` sovversive dei nostri sogni, e di cosa possiamo fare se ci mettiamo in gioco in prima persona. Forza e solidarieta’ a chi nella lotta per la liberazione animale e della terra ha dovuto fare i conti con la repressione dello stato ed ha continuato a resistere. Questa liberazione e` dedicata a voi ed a chi, con la complicita` della luna nera, cospira e si muove furtivamente per distruggere con rabbia la tranquillita` degli sfruttatori ed aprire con amore le gabbie.
 ANIMAL LIBERATION FRONT 

mercoledì 9 ottobre 2013

Lampo luminoso. Un cane abbaia forte, ringhio arrabbiato. La sagoma di un sogno a due dimensioni. La forma di un gatto, tre volte più grande, dello stesso colore di questo inchiostro. In questo spazio di tempo (maschio - femmina) color blu elettrico. Oh, vorrei che fosse vero. Una spaccatura tra mille milioni di miliardi di triliardi di celle nella mia testa. Il gatto ha detto, come in realtà anche Picasso e io stesso abbiamo detto:"alcuni cercano, altri trovano"....Quegli sballati degli anni '60 cercavano un nirvana, un'illusione. Ora lo facciamo anche noi, nonostante i loro risultati caotici. Affanculo tutti i ragionamenti che tiriamo fuori dalla nostra testa. Le porte delle gabbie sono la nostra realtà. Il gatto é...Facciamo finta che il gatto non sia. Faccio ancora finta che il gatto sia. Faccio finta di non star facendo finta di fare finta. Adesso ditemi:chi é che fa questo gioco? Io cerco di fare finta di essere me stesso. Io sono ciò che io scelgo di far finta di essere. La porta si apre alla mia realtà. Passo attraverso la porta in uno spazio che non é interno. Sono di ritorno all'interno dall'interno. Dall'interno che ho preso dall'esterno. Avete capito? Il gatto dice:"Io sono un arrampicatore sociale". Il gatto dice: "Io faccio parte di quei gatti arrampicatori sociali che stanno sprecando allegramente il loro tempo e le loro energie per cercare di fare colpo sui gatti che immaginano appartenere ad una categoria sociale più elevata". Ecco perché tutti i gatti soffrono di complessi d'inferiorità... (Seaman Stockton)

martedì 1 ottobre 2013

  "GIROTONDO":PICCOLA "INCHIESTA" SU ALCUNI 
SCIACALLI DELLA MONETA PRIGIONIERA

In questo opuscolo viene analizzata l’economia carceraria intesa come insieme di attività economiche legate a doppio filo al carcere, sia che siano basate sul lavoro dei detenuti sia che siano quelle legate al mantenimento quotidiano della struttura e delle persone recluse al suo interno. L’oggetto della nostra ricerca è il carcere di Monza, il carcere della città in cui viviamo. Scopriamo così che questo particolare ramo del business nasconde delle storie marce e intrise di tutte i vizi propri degli appalti e più in generale dell’amministrazione pubblica del nostro paese, particolari ben lontani dalla favola del buon samaritano che si dedica ai più deboli. Sgravi fiscali, regimi di quasi monopolio, possibilità di uno sfruttamento massimo, speculazioni. E’ questo il rovescio della medaglia della propaganda dei fautori delle politiche sociali e delle attività alternative dietro le mura.

Scarica e diffondi liberamente:http://cordatesa.noblogs.org/files/2013/04/Girotondo.CordaTesa.pdf (per richiedere copie cartacee scrivi a questo indirizzo:cordatesa@autistici.org)