martedì 16 settembre 2014

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liberamente) gli interventi a tutti i dibattiti avvenuti al 9°
incontro di liberazione animale (6, 7, 8 Settembre 2013)
Il 2 Settembre muore l'ennesimo detenuto nel carcere di Spini di Gardolo (il terzo in dieci mesi, l'ultimo suicidio si era consumato a fine Luglio). Il suicidio è avvenuto a seguito del rifiuto, da parte del magistrato di sorveglianza Arnaldo Rubichi, della possibilità di scontare gli ultimi mesi di pena in comunità. Stesse sorti di Riccardo, suicida alla fine di Luglio di quest'anno dopo che Rubichi aveva respinto la sua richiesta dei domiciliari o della liberazione anticipata. Sempre il 2 Settembre una detenuta di Spini ha tentato di togliersi la vita ed è stata salvata in extremis. Venuti a conoscenza del suicidio e del tentato suicidio, i detenuti iniziano una battitura, incendiano oggetti e si rifiutano di rientrare nelle celle. La direzione del carcere non fa fare l'ora d'aria e schiera l'antisommossa nel cortile, mentre sotto le mura del carcere si raduna un gruppo di solidali. Mercoledì 3 Settembre alcuni compagni vanno a volantinare ai parenti durante i colloqui e altri salutano i detenuti che continuano con le battiture e fanno sapere che hanno iniziato anche uno sciopero del carrello a cui pare aderisca tutto il carcere. Secondo l' "l'Adige" in tarda mattinata un gruppo di anarchici va a fare visita a Rubichi e agli altri magistrati di sorveglianza. Dopo aver bloccato la strada adiacente, il piano dove si trovano gli uffici dei magistrati di sorveglianza viene riempito di scritte tipo "magistrati assassini", "a Spini si muore", "tutti liberi". In città escono manifesti e volantini sull'ultimo suicidio e in solidarietà con i detenuti di Spini e compaiono diverse scritte contro Rubichi, i magistrati, i secondini. "il Trentino" del 5 Settembre riporta la notizia che alcuni anarchici avrebbero "denunciato l'elevato numero di morti in cella" bloccando con catena e striscione Via Brennero (la statale che porta a Spini di Gardolo). Nella serata di giovedì un gruppo di solidali va a salutare i detenuti con urla, petardi e fuochi d'artificio, e domenica pomeriggio si tiene un presidio sotto le mura del carcere. I detenuti con cui si riesce a parlare fanno sapere che tutta la sezione ha ricevuto rapporti per le proteste dei giorni precedenti. La terza morte in pochi mesi in quello che era sempre stato presentato come un "carcere modello" scatena un prevedibile putiferio mediatico, da cui tuttavia si riescono quantomeno a ricavare alcune notizie interessanti:nel carcere di Spini negli ultimi tre anni si sono verificati ventidue tentati suicidi (secondo i dati ufficiali), praticamente tutti i detenuti chiedono il trasferimento verso altre carceri a causa dell'estrema severità dei magistrati di sorveglianza nel concedere misure alternative o liberazione anticipata, durante la notte continuano a non esserci medici, la provincia autonoma non dispone i fondi per la manutenzione (ad esempio dell'impianto di depurazione dell'acqua, come già si era venuti a sapere, e degli ascensori), vi sono rinchiusi detenuti disabili e malati. Nel riportare la notizia dell'ultimo suicidio "l'Adige" non perde occasione per chiarire "da che parte sta" concludendo l'articolo con le lamentele del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria sulle "difficoltà" vissute dai secondini.

domenica 14 settembre 2014

COMUNICATO SULLO SGOMBERO DEL TELOS (SARONNO)

SUL PERCHE' - Diciamolo subito e chiaramente:che uno spazio occupato e non chiuso su se stesso ma rivolto in fuori, deciso a mettere i bastoni tra le ruote a chi aspira alla città dormitorio, alla città movida etc sia stato sgomberato non è certamente qualcosa di cui scandalizzarsi. Se ci scandalizziamo è per la mole di solidarietà arrivataci in faccia in nemmeno un giorno dallo sgombero. Il motivo dello sgombero è di ordine pubblico:la proprietà non sa che farsene dello stabile, non ha progetti se non fumosi ed ipotetici siti commerciali, strade e idee varie ed eventuali. E anche qui a ben vedere abbiamo poco di cui scandalizzarci. Non perchè, come vorrebbe far credere certa propaganda politica e sbirresca, siamo un pericolo per i saronnesi, ma perchè siamo pericolosi per l'ordine di Lorsignori:per l'ordine di chi in una città possiede numerosi edifici sfitti in attesa della prima possibilità di specularci sopra, per l'ordine di chi vieta di fare qualsiasi cosa per le strade, per l'ordine di chi dietro le proprie scrivanie e dentro la propria giacca crede di poter giocare con le vite e con gli spazi altrui, per l'ordine di chi crede che il mondo intero debba appartenere a qualcuno che poi decida che farsene, per l'ordine dei Carabinieri e della Polizia, servi infimi e difensori di questo disgustoso stato di cose. E' stato lo stesso capitano dei Carabinieri di Saronno a richiedere alla Questura di Varese lo sgombero, perchè - a detta sua - Saronno per colpa dei temutissimi Telos che facevano il bello e il cattivo tempo era diventata ormai una città ingestibile e ingovernabile. Riassumiamo:lo sgombero l'hanno voluto gli sbirri perchè gli davamo fastidio. I politici, con i loro inciuci con i questurini, una volta saputo dell'imminente sgombero del Telos hanno giocato d'anticipo giocando al linciaggio mediatico, sicuri poi di avere avuto l'occhio lungo dato che la data dello sgombero era già stata decisa. E così è stato. SUL COME - Gli ultimi sgomberi avvenuti a Saronno hanno segnato un deciso cambio di passo della repressione, che una volta compresa la propria goffaggine e la propria lentezza (vedi gli sgomberi durati ore o giorni degli ultimi anni con resistenze sul tetto) ha cambiato strategia. Lo sgombero non è più un'operazione plateale e di forza, ormai lo sgombero è più un sotterfugio e un inganno. Non sono arrivati con 10 camionette armati di attrezzi, trance, scale etc. Sono arrivati con una o due camionette, una quarantina di Digos e pattume vario e con un escamotage sono riusciti ad entrare al Telos. L'escamotage ci teniamo a raccontarlo per condividere questa esperienza con quante più persone possibili:attorno alle 4.30 alcuni degli abitanti del Telos vedono fuori dalle finestre delle luci strane con un rumore di fuoco d'artificio, qualcuno esce dalla finestra barricata che dava sul terrazzo per vedere cosa stesse succedendo e subito viene braccato da una ventina di digos che aspettavano nascosti nell'ombra, che entrano immediatamente, prendono a calci il cane e bloccano tutti gli abitanti che tuttavia riescono a far partire una chiamata. Gli sbirri speravano di esser riusciti a sgomberare il Telos senza che i compagni fuori lo scoprissero, gli è andata male, un petardo roboante glielo ricorda pochi istanti dopo il loro ingresso. Fuori dal Telos attorno alle 5.15 arrivano alcuni compagni che cercano di avvicinarsi per capire come sta chi si trova dentro. Subito vengono aggrediti, alcuni rincorsi, dalla sbirraglia. Un compagno viene fermato e semplicemente minacciato e accompagnato in auto all'ingresso dell'autostrada dove viene fatto scendere. La mattinata passa poi in relativa calma, i principali obiettivi sono portare fuori più materiale possibile e riavere tra noi i 7 fermati. Al mercato cittadino intanto un piccolo corteo fa sapere ai presenti quanto sta accadendo, anche gli automobilisti ingorgati nel traffico vengono avvisati degli avvenimenti. Nel tardo pomeriggio un primo presidio di risposta si trasforma in un corteo selvaggio e pieno di sentimento. Gli sbirri provocano e vengono tenuti al loro posto:dietro di noi. Cori e boati rompono il silenzio, il Telos è in movimento. A fine corteo ci salutiamo, c'è da pensare ai prossimi giorni che saranno pieni di iniziative. E POI? - Hanno sgomberato uno stabile che ospitava il Telos, ma il Telos non lo hanno minimamente scalfito. Semplicemente ci si adatta alla nuova situazione. Tutto ciò che avevamo in mente di fare al Telos lo faremo in altri posti di Saronno. Giovedì sera un cineforum in Piazza del mercato, venerdì sera una cena in Via Don Monza, sabato c'è una taz dal pomeriggio alla sera. Il Telos erano i rapporti e le situazioni create insieme, non ci siamo mai sentiti i detentori di alcunchè, questo significa che chiunque abbia avuto e abbia a cuore il Telos si senta in qualche modo tirato in causa, che cerchi un modo per portare avanti le sue lotte e la sua presenza in città. E poi? E poi il resto ve lo diciamo a voce, è una sorpresa, soprattutto - speriamo! per gli sbirri.
TeLOS in movimento, 12/09
(Il 27 Settembre organizzeremo un corteo a Saronno)

giovedì 11 settembre 2014


12 SETTEMBRE:PRESIDIO NAZIONALE CONTRO LA VIVISEZIONE AL C.N.R. DI PISA

La città di Pisa non ha niente da invidiare ai grandi poli nazionali della ricerca dove vengono effettuati esperimenti su animali tanto da meritarsi in passato l’appellativo di capitale italiana della vivisezione. In una piccola superficie di territorio sono dislocati numerosi centri di ricerca che vanno dai centri pubblici come Università e C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) fino ai centri privati sulle cui attività si sa pochissimo grazie alle coperture di segreti industriali da difendere. Non mancano anche i centri militari come il Cisam di San Piero sulle cui ricerche vige il massimo riserbo da anni, ultimamente abbiamo potuto prendere atto di parte dei risultati di tanti anni di impegno nel lavorare alla guerra, sotto forma di rilascio di acque radioattive nel canale dei Navicelli, provenienti dal rettore nucleare sperimentale. Nei numerosi istituti di ricerca gli animali vengono rinchiusi per essere sottoposti ad ogni tipo di esperimento:dalla chirurgia, farmaci, ingegneria genetica per citare solo alcune delle pratiche più diffuse. Se i centri di ricerca sono distribuiti in gran numero tra Pisa e la provincia l’attenzione maggiore non può che andare agli oltre 14 istituti scientifici che nell’area C.N.R. hanno trovato sede. La realizzazione di queste prigioni per animali è il frutto di una convenzione tra l’Università, il C.N.R. e l’ospedale di Pisa. L’area C.N.R. di Pisa fortemente voluta dal vivisettore di cani Luigi Donato, già direttore di Fisiologia clinica del C.N.R., comprende al suo interno nel blocco B laboratori di biotecnologie, citogenetica, elettronica, chimica e tanti altri. E proprio in questo blocco sono presenti sale operatorie divise secondo l’utilizzazione di piccoli o medi animali. La concentrazione di animali rinchiusi raggiunge al C.N.R. il suo apice da dove partono sia a livello locale che nazionale tutti quei protocolli che prevedono sperimentazioni su esseri viventi. Questo presidio apre il decimo incontro di liberazione animale che quest’anno vuole iniziare direttamente in uno degli innumerevoli luoghi dello sfruttamento, dove ricerca neutrale sta per consolidamento e sviluppo di pratiche di dominio.

PRESIDIO A PARTIRE DALLE 14.30 DAVANTI ALL'AREA C.N.R. SAN.CATALDO (VIA MORUZZI N.1). DALLE 18.00 PARTENZA CON AUTOBUS PER DONORATICO (LIVORNO) DOVE SI SVOLGERA’ LA DECIMA EDIZIONE DELL'INCONTRO DI LIBERAZIONE ANIMALE   

Per l’autobus è necessario prenotarsi inviando una mail al sito internet dell’incontro:info@incontroliberazioneanimale.net (Infoline:333/6874479)
www.incontroliberazioneanimale.net

Assemblea dell’Incontro di Liberazione animale
ROMA:I RECLUSI NEL C.I.E. DI PONTE GALERIA SALGONO SUI TETTI
7 SETTEMBRE - Circa 40 solidali hanno portato solidarietà ai ragazzi imprigionati nel C.I.E. di Ponte Galeria. Arrivati davanti alle mura del lager già si levavano alte le grida ed i rumori della battitura. Davanti al cancello i celerini aspettavano schierati. Poco dopo un gruppo di ragazzi è riuscito a salire sul tetto e ricambiare il saluto dei e delle soldali, uscendo dal buio nel quale li vorrebbero nascondere. Per tre lunghe ore hanno quindi resistito sul tetto denunciando la loro condizione, intonando cori e canzoni e sbeffeggiando le guardie. I poliziotti li hanno raggiunti minacciandoli con cani, idranti e lacrimogeni, ma nessuno è sceso. In tre hanno tentato la fuga approfittando della confusione, ma purtroppo sono stati bloccati. Uno di loro sembra sia stato ferito. Appena il presidio si è sciolto e i partecipanti si sono allontanati è partita la rappresaglia:prima gli idranti (ai quali i ragazzi hanno risposto con un lancio di oggetti), poi una carica. Inizialmente sono stati fermati quindici ragazzi tra quelli che erano sul tetto, poi lasciati tornare alle celle. Successivamente in dieci sono stati prelevati e attualmente non si sa dove siano, a detta di alcuni reclusi potrebbero essere tradotti in carcere.