venerdì 2 marzo 2012

EPPUR LA NOSTRA IDEA E' SOLO IDEA D'AMOR...

"Addio Lugano" (che io amo, e alla quale quindi rendo omaggio), la cui musica (di autore anonimo) è sicuramente di origine popolare toscana, è la più famosa, insieme con "Stornelli d'esilio", fra le canzoni di Pietro Gori  (Messina, 14 Agosto 1865 - Portoferraio - Isola d'Elba -, 8 Gennaio 1911). La scrisse nel Luglio del 1895 in Svizzera, dov'era dovuto fuggire dopo l'omicidio del presidente francese Sadi Carnot, ucciso da Sante Caserio il 24 Giugno 1894. Era stato infatti fermato dagli sbirri francesi nel corso di una vasta operazione repressiva contro anarchici e socialisti, con l'accusa di essere il mandante "spirituale" del delitto in quanto amico e difensore del Caserio. Costretto quindi all'emigrazione, si trasferì appunto a Lugano e, sfuggito ad un attentato (Gennaio 1895), venne espulso dallo stato svizzero insieme con altri dodici esuli...Fu allora che scrisse le parole di questa bellissima canzone. Questo articolo che stai leggendo l'ho preso in rete e l'ho ritoccato leggermente, ma soprattutto non ho voluto pubblicare la lettera che Sante scrisse alla mamma e che consegnò ad uno dei carcerieri appena alzatosi dal letto la mattina dell'esecuzione. Personalmente ritengo infatti che diffondere quelle righe rischi di essere una mancanza di rispetto nei suoi confronti, una cosa che non ha nulla a che vedere con la giustissima diffusione delle informazioni sul gesto che lui compi' (che comunque non mi trova d'accordo), sulle sue dichiarazioni e, ovviamente, sulla condanna infame che di conseguenza subi'. Nessuno infatti sa per certo quanto lui avrebbe voluto una cosa del genere, che oggettivamente apparteneva al suo universo più riservato cosi' come a quello della madre stessa...Mi rivolgo quindi soprattutto agli anarchici che hanno diffuso la lettera o che hanno intenzione di farlo, perchè è giusto riflettere su un particolare del genere, che va a toccare gli aspetti più profondi, delicati ed intimi di chi sta per essere assassinato legalmente e dedica delle parole di addio ad una persona alla quale era particolarmente affezionato...Spero poi ovviamente di non fare l'effetto contrario, con queste mie righe, e cioè di portare numerosi utenti a cercarla per poterla leggere. Comunque sia io, prima di farlo, quantomeno ci ragionerei un attimino...

Pace, amore, verità, anarchia.

A. (2009)


Sante Geronimo Caserio (Motta Visconti, 8 Settembre 1873 - Lione, 16 Agosto 1894), nasce da una famiglia contadina nel 1873. Non volendo pesare sulla madre, all'età di dieci anni andò via di casa per trasferirsi a Milano. Qui trovò lavoro come garzone di un fornaio, e venne subito in contatto con molti anarchici. In seguito fondò anche un piccolo circolo anarchico denominato "A pe'" ("A piedi", nel senso di senza soldi). Pietro Gori lo ricordava come una persona molto generosa. Raccontava di averlo visto, davanti alla Camera del Lavoro, distribuire ai disoccupati pane e opuscoli anarchici stampati con il suo misero stipendio...Un giorno venne identificato e schedato durante una manifestazione di piazza, e fu costretto a fuggire prima in Svizzera e poi in Francia. Uccise il presidente Carnot durante un'apparizione pubblica a Lione colpendolo al cuore con un coltello dal manico rosso e nero. Dopo l'atto non tentò la fuga, ma corse attorno alla carrozza del moribondo gridando "Viva l'anarchia!". Fu processato il 2 e 3 Agosto e fu giustiziato il 16 dello stesso mese tramite ghigliottina. Al processo non tentò mai di negare il proprio gesto, nè di chiedere la pietà del giudice. Gli fu offerta la possibilità di ottenere l'infermità mentale e in cambio avrebbe dovuto fare i nomi di alcuni compagni, ma Caserio rifiutò ("Caserio fa il fornaio, non la spia"). In cella, mentre attendeva la condanna a morte, gli fu anche mandato il parroco di Motta Visconti per l'estrema unzione, ma si rifiutò di confessarsi e cacciò via il prete...Sul patibolo, infine, un attimo prima di morire gridò rivolto alla folla:"Forza, compagni! Viva l'anarchia!". Dopo la sua condanna vi furono diversi atti di violenza e intolleranza da parte dei francesi contro i lavoratori italiani, in quanto "compatrioti" dell'assassino del loro presidente. Un anarchico, ad esempio, fu arrestato per aver gridato la propria simpatia verso Caserio in un locale pubblico, e un carcerato venne percosso violentemente per lo stesso motivo. Sulla figura di Caserio si è in seguito sviluppata una tradizione popolare di canti e di memoria collettiva. Numerose sono le canzoni a lui dedicate, in parte tramandate oralmente. Fra queste "Le ultime ore e la decapitazione di Caserio" di Pietro Cini (nota anche come "Aria di Caserio"), "Partito da Milano senza un soldo" di autore anonimo, "La ballata di Sante Caserio" dello stesso Gori ed "Il processo di Sante Caserio". (Parte di questo testo è stato preso da "Al caffe'" di E. Malatesta)
  

L'INTERROGATORIO
(Sante scrolla le spalle) "Vostro padre fu malato?" (Il padre mori' in manicomio, n.d.r.)  "No signore." "Voi appartenete ad un onesta famiglia. Vostra madre, giudicando dalle sue lettere, è una donna di sentimenti elevati. Frequentavate la scuola, ma spesso mancavate." (Sante sorride) "Se avessi avuto maggiore istruzione sarebbe stato meglio." "A dieci anni eravate garzone di calzolaio, facevate da angelo nelle processioni." "I ragazzi non sanno quello che fanno." "Voi avete atteso il Presidente per assassinarlo?" "Sissignore." "Vediamo come siete arrivato a questo punto. Fu dopo il processo agli anarchici a Roma nel 1891 che siete diventato anarchico?" "No." "Avete frequentato le conferenze dell'avvocato Gori?" "Quando Gori venne a Milano io ero già anarchico." "Ma le seguiste, le conferenze?" "Ci andavano tutti ed andai anch'io." "La vostra famiglia fece il possibile per togliervi dall'anarchia?" "Voglio bene alla mia famiglia ma non può sottomettermi al suo volere. La mia famiglia è l'umanità." "A Milano facevate parte del gruppo cui apparteneva Ambrogio Mammoli?" "Anche se lo conoscessi non lo direi, non sono un agente di polizia." "Nel 1892 foste arrestato mentre facevate propaganda anarchica fra i soldati in un quartiere detto di Porta Vittoria?" "Sissignore." "Nel 1893 foste disertore?" "La mia patria è il mondo intero." "Voi sapevate che il giorno in cui avete ucciso il Presidente era l'anniversario della battaglia di Solferino, nella quale i francesi sparsero il loro sangue in aiuto degli italiani?" "Il 24 Giugno so che e'la festa di S. Giovanni, patrono del mio paese. E poi tutte le guerre sono guerre civili." "L'accusa sostiene che voi abbiate compiuto il delitto premeditatamente." "E' vero." "Voi avete ucciso il Presidente perchè siete anarchico?" "Si." "E come tale odiate tutti i capi di Stato?" "Si." "Una volta diceste pure che sareste andato in Italia ad uccidere il Re e il Papa." (Sante sorride) "Il Re e il Papa non si possono ammazzare insieme, perchè non sono mai insieme." "Un soldato vi intese dire in Febbraio che sareste andato a Lione ad uccidere Carnot." "Faccio rilevare che nel mese di Febbraio non potevo dire che sarei andato a Lione per suicidare (Testuale) Carnot, perchè allora non si poteva sapere che il Presidente vi sarebbe andato." "Se la verità intera non si può sapere è pero certo che dopo il rifiuto della grazia a Vaillant, Carnot ricevette lettere di minaccia dagli anarchici. Che ne dite? Voi dovete avere dei capi." "Nessuno mi comandò, eseguii tutto da me solo." "Con quale diritto avete ucciso il Presidente, il diritto naturale lo proibisce, questo lo sapete?" "Ho ucciso quell'uomo perchè era un simbolo, il responsabile di quanto era accaduto giusto l'anno prima, il 24 Giugno 1893 ad Aigues Mortes, alle saline vicino a Nimes." "E l'ha ritenuto responsabile anche di non aver concesso la grazia a Vaillant?" "Assolvere tutti senza nemmeno una condanna è stata un'infamia, è come se i miei connazionali fossero stati uccisi una seconda volta. Vaillant è un'altra questione." "Quando i capi di uno Stato condannano non è per capriccio ma vi fu prima un giudizio, voi invece vi siete fatto accusatore, giudice e carnefice nello stesso tempo." A questo punto Caserio stenta a capire e l'interprete gli fa capire ancora meno. Fra il pubblico si sente qualche moto d'ilarità. Quando alla fine comprende:"Ora stiamo parlando del fatto e non voglio dire perchè mi sono vendicato. E i governi che fanno uccidere milioni di individui?" "Avete vent'anni, siete ben giovane per giudicare la società." "Se sono giovane per giudicare la società, lo sono anche i militari che vanno a farsi ammazzare. Sono dunque degli imbecilli?” "Ma i militari difendono la loro patria." "Difendono invece gli interessi degli industriali e dei banchieri, quindi sono degli imbecilli."... (Brani estratti dal testo "Per quel sogno di un mondo nuovo" di Rino Gualtieri)

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