venerdì 13 luglio 2012


I terremoti sono sempre più spesso utilizzati dallo Stato per sperimentare fino a che punto può spingersi il controllo, fino a che punto può arrivare la sopportazione della gente. Quello che i media non vi diranno mai è che all'interno dei campi della Protezione civile i terremotati non possono consumare cioccolata, alcool, caffè e, nel modenese, persino tabacco. Che gli viene impedito di riunirsi, di distribuire volantini, di protestare. Circondati da autentici check-point di militari, “volontari” e sbirri di ogni tipo, devono mostrare i documenti tutte le volte che entrano ed escono. Che devono indossare permanentemente braccialetti di identificazione. Che chi non accetta la Protezione di Stato si vedrà tagliato fuori dai fondi per la ricostruzione e non avrà più una casa, né la propria né un'altra. Ieri all'Aquila, oggi in Emilia, lo Stato si allena a tenere in pugno, ricattare e sradicare un'intera popolazione, sperimentando forme di controllo che oggi vengono applicate all' ”emergenza”, ma che presto verranno imposte all'intera società. La Protezione Civile, con i suoi illimitati poteri, è insieme una sorta di super-polizia e la lunga mano della speculazione a venire. Ma alcuni non ci stanno e danno vita a campi autogestiti, minacciati di sgombero. Vogliamo sostenere queste esperienze e insieme chiederci come spezzare i meccanismi di coercizione dello Stato. Ne parliamo con alcuni testimoni diretti mercoledì prossimo, a Firenze, dalle 18 in Piazza D'Azeglio. Assemblea pubblica e dibattito, punto di raccolta di generi di necessità per i campi autogestiti (assorbenti, alimenti non deteriorabili, coperte, etc.), e in serata proiezione ed aperitivo benefit ad offerta libera.

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