lunedì 31 dicembre 2012


Sopportare le vostre discriminazioni basate sugli averi ma fondate sul senso di inferiorità che rode come un verme le vostre coscienze di inetti, dominati dall'invidia sotto il peso della colpa per il non riuscire a reagire, che vi porta ad usare come bersaglio chi lo fa. Sopportare le vostre maschere per strade che percorrete con passi da cadaveri ambulanti e che disconoscete nel vostro offuscamento. Sopportare il vostro odio. Sopportare l'idea che appena avete la possibilità colpite e che siete e sareste capaci di schiacciare, umiliare e anche uccidere o far morire chiunque in nome delle vostre aspirazioni materiali ed egoistiche, o anche solo per assaporare il gusto perverso di fare del male nel tentativo di risalire la china. Sopportare di dover pagare per voi. Sopportare la falsità terrificante delle vostre gesta, parole e vite. Sopportare questa specie di ritardo mentale (auto) imposto che è la vostra ignoranza devastante, autentico processo di decomposizione cerebrale che accettate e chiamate "maturità". Sopportare l'inevitabilità del dovervi più compatire che apprezzare. Sopportare il vostro ipocrita “Vivi e lascia vivere”. Sopportare la vostra concezione dell'amore che è poco più di un assurdo groviglio di giochi psicologici da sottomissione/dominio in una domestica, chiusa, opprimente, menzoniera, possessiva, codarda e appicicaticcia  fuga di merda. Sopportare come tutti gli anni la vostra vomitevole, pallosa e consumista celebrazione della nascita fiabesca di uno stronzo fra ninnoli regalati per forma con sorrisi falsi, luci e lucette, alberi di plastica piantonati in salotto, dolcetti e animali morti uccisi per riempire i vostri stomaci e il vostro ego specista. Sopportare, come tutti gli anni e come stasera, i vostri stupidi festeggiamenti. I parassiti collaborazionisti in queste ore aspettano di "tagliare il nastrino" come fanno i loro capetti delegati e sono tutti "amiconi". Scoppiano petardi, si agghindano, si incuneano nei localini, brindano e si gettano teatralmente nella mischia alla ricerca disperata di fiche, cazzi, culi e consensi. Patetico e merdoso picco massimo di un'energia risucchiata dall'abbandono nel dolore e nella rassegnazione, esultanza priva di significati, vuota, superficiale e offensiva, nell'oltrepassare il limite immaginario di un altrettanto immaginario involucro temporale. Vaffanculo. In nome di un sano, aperto e rispettoso dialogo/confronto democratico fra cittadini.
A. (2009)

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