giovedì 18 aprile 2013

"Da ragazzo non potevo correre né giocare. Da uomo potei solo sorseggiare dalla coppa, non bere, perché dopo la scarlattina m'era rimasto il cuore malato...Eppure "riposo qui", consolato da un segreto che solo Mary conosce:c'è un giardino di acacie, di catalpe e di pergole dolci di viti...Là, quel pomeriggio di Giugno, a fianco di Mary, mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'un tratto volò via..." (Dall'antologia di Spoon river)



Un malato di cuore
(Pillola # 3)

Pur se l'alone di tristezza, d'impotenza e di malinconia che avvolgono l'atmosfera (e la metafora) di questa canzone possono molto probabilmente far pensare a molti sconclusionati esclusivamente ad una situazione (simil) patetica, per quanto mi riguarda essa porta in sè un messaggio particolarmente delicato:quello di un uomo nel quale fin da bambino fra i vari stati d'animo ha prevalso la timidezza (sicuramente non soltanto per colpa sua, né prima né dopo) e che crescendo rimane bloccato ("A farti narrare la vita dagli occhi" / "E mai poter bere alla coppa d'un fiato":guardare, immaginare/fantasticare, immedesimarsi senza mai toccare veramente con mano la vita, senza mai tuffarcisi dentro), per poi innamorarsi con tutto se stesso solo una volta di una persona avuta accanto "fugacemente" e che non ci sarà mai più, rimanendo cosi' a cullarsi nel ricordo di quell'incontro intimo, lucido, chiaro in ogni dettaglio ed indelebile, un ricordo dal sapore agro-dolce anche perché di non-scrollo (l'impotenza di cui sopra funge sicuramente da ovatta/rifugio) ma che al contempo esprime fierezza nel suo essere accogliente ("Non mi sento di sognare con loro")...Da qualsiasi parte la si voglia girare, quindi, in questa canzone vi è un "tributo" alle più dolci emozioni che una persona possa custodire dentro di sé, per le quali credo che ci debba sempre essere il più profondo rispetto. C'è chi crede di essere amato quando invece è ingannato, chi appunto sostiene di amare ma in realtà cosi' non è poiché in un modo o nell'altro è guidato prevalentemente da vari interessi egoistici (materiali e non), e chi non ha nessuno ma dentro di sé ama "in modo pulito" perché vive e gestisce il tutto da solo, senza la desiderata "controparte" verso la quale - volenti o nolenti - come sempre scattano quei reciproci meccanismi di sfida legati al "dai e vai" del dominio e della sottomissione, prevalere e "vincere", etc...E per quanto tendenzialmente la luce non venga affatto considerata, fra i pochissimi, alla spicciolata:chi ha mai dimenticato da quale orizzonte sfumasse?
A.
Intro/pillola # 1 (Nancy) - http://morirecontro.blogspot.it/2012/10/piu-o-meno-un-tre-anni-e-mezzo-fa-qui.html#comment-form  Pillola #2 - http://morirecontro.blogspot.it/2013/01/sardegna-d.html#comment-form  

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