lunedì 17 marzo 2014

15 MARZO - Ricoperta di scritte e completamente circondata da celerini, carabinieri, investigatori in borghese e vigili urbani:così si presentava la sede regionale della Croce Rossa piemontese durante le due ore di presidio in solidarietà con la lotta dei prigionieri di Corso Brunelleschi. Cinquanta nemici delle espulsioni, tanti striscioni, battiture, discorsi al microfono e una serie di registrazioni di testimonianze da dentro che hanno illustrato cosa ci stiano a fare veramente i crocerossini dentro ai Centri. A metà presidio telefonano da Corso Brunelleschi per annunciare che dopo i roghi dell’altra domenica due altre stanze dell’isolamento sono appena andate a fuoco. Alle otto di sera un gruppo di solidali si ritrova fuori dal C.I.E. di Corso Brunelleschi per salutare l’ultimo incendio. Nel frattempo, da dentro i reclusi raccontano che la polizia ha prelevato un ragazzo dall’isolamento per portarlo non si sa dove. 16 MARZO - Nel primo pomeriggio i reclusi dell’area rossa danno alle fiamme l’ultima camera che era rimasta agibile. E mentre non si hanno ancora notizie del ragazzo portato via dalla polizia, i reclusi dell’isolamento cominciano a inveire contro i crocerossini e a spaccare suppellettili, perché da troppo tempo non vengono fatti uscire all’aria aperta. In serata, invece, è l’ultima camera agibile dell’area viola ad andare in fumo. Alle undici di sera, le prospettive per la notte sembra che siano queste:i prigionieri dell’area rossa dormiranno su dei materassi in cortile, quelli della viola invece nella camera, pur danneggiata, della mensa ma senza materassi. 17 MARZO - Nel C.I.E. di Torino restano agibili soltanto le cinque camerate dell’area femminile, una camerata dell’area blu e qualche cella di isolamento.

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