
PISA:CORTEO CONTRO LA MORTE NUCLEARE - Esprimere,
attraverso un corteo a Pisa, opposizione al progetto in corso di
smantellamento del reattore nucleare del CISAM, significa rifiutare
l’incubo atomico, qui, dovunque e in qualsivoglia forma si
manifesti. Il decommissioning del reattore sperimentale pisano,
primo esperimento del genere in Italia, farà evidentemente da
apripista a quelli delle altre obsolete centrali nucleari dislocate
sul territorio. “Esperimento riuscito!”, plaudiranno i suoi
promotori, “l’opinione pubblica è lubrificata, il tessuto
sociale pronto e connivente; fatta eccezione per il solito manipolo
di eretici facinorosi, bastian contrari per definizione, ben pochi
muovono obiezione”. Già perché non dimentichiamo che, dopo il
referendum del 2011, fresco di shock per l’esplosione dell’impianto
di Fukushima, lo Stato italiano non ha potuto che abbandonare,
esclusivamente nella propaganda politica di facciata, il rilancio del
nucleare per la produzione di energia, ben consapevole di poterlo
riciclare dalla finestra a tempo debito. La memoria storica,
sappiamo, è una qualità scomoda alla civiltà moderna:“manipolare
per concertare” è un virtuoso motto decisamente più al passo con
i tempi. Di fatto, l’ipotesi nucleare, irrinunciabile tassello per
un complesso socioeconomico fondato sulla sovrapproduzione
energetica, non è mai stata accantonata. Ne è prova lampante il
proliferare di ricerca scientifica, civile e militare, pubblica e
privata, in questo settore. E Pisa, ancora una volta, si fa pioniera.
L’università di Ingegneria nucleare di Pisa, ad esempio, parte del
CIRTEN, un consorzio interuniversitario per la ricerca tecnologica
nucleare formato da alcuni atenei quali quelli di Milano, Torino,
Bologna, Padova, Palermo e Roma, studia e progetta quei reattori di
quarta generazione che vengono sperimentati, per il momento, nei
paesi dell’est Europa. Anche in questo la necessità di dare un
segnale proprio a Pisa, una città dove tanti progetti vengono ideati
e si sviluppano nel più totale silenzio, nella più ipocrita
complicità. Non possiamo cadere nel tranello del “volevate uscire
dal nucleare, noi lo stiamo facendo. Di cosa vi lamentate?!”.
Vogliamo ribadire ancora una volta che quello dell’energia atomica
è stato e continuerà ad essere il sogno e il motore di una civiltà
energivora e devastante per l’ambiente, che rincorre unicamente il
profitto di pochi a discapito del pianeta e di chi lo abita. Non si
tratta certamente di trovare soluzioni alternative, non siamo noi a
dover trovare soluzioni ai danni creati da questi specialisti del
terrore, saranno loro a trovarle quando saranno messi alle strette
dalla determinazione di una lotta senza compromessi. SABATO 3 MAGGIO, PIAZZA SANT'ANTONIO, ORE 15.
Villa Panico, Garage anarchico, Il Silvestre