Il
movimento di liberazione animale ha affrontato negli ultimi anni
numerose sfide e difficoltà, e in larga parte è fortemente cambiato
rispetto al passato. Dall’essere un movimento
radicale, di base, che si opponeva apertamente a grandi associazioni
e media istituzionali, è
lentamente divenuto sempre più simile a ciò che una volta
criticava. Una parte del movimento ha iniziato a considerare in modo
prioritario l’opinione pubblica, modificando i propri
contenuti al fine di adattarsi allo standard dei media, lavorando
abitualmente con giornalisti e lobbisti, concentrando la propria
attenzione nell’apparire “professionali” piuttosto che sulle
cose che realmente intendiamo comunicare, su ciò che davvero ci
interessa realizzare. Sviluppi ed evoluzioni nel proprio modo di
agire sono parte di ogni lotta, ciò nonostante non possiamo
accettare il fatto che, se la priorità diviene ottenere il consenso
del pubblico a tutti i costi, aspetti fondamentali come la
solidarietà per i/le prigionieri/e ed il sostegno per l’azione
diretta inizino ad essere largamente ignorati. Non riteniamo sia
possibile accettare il fatto che questo movimento stia tendendo negli
ultimi anni a voler negare le proprie origini e radici. Dalla
lotta per la liberazione totale, si è passati ad una strategia
tesa all’ottenimento di nuove norme e leggi che, si presume,
dovrebbero migliorare la condizione degli animali nella società
odierna. Queste leggi vengono inevitabilmente richieste allo
stesso Stato che ci opprime e controlla ogni giorno. Quello
stesso Stato che si prende la libertà delle nostre compagne e
compagni rinchiudendoli/e per anni, portando loro via
tutto. Riflettere su questo recente sviluppo del movimento
necessiterebbe un lavoro a parte, e non intendiamo qui approfondire
oltre questo argomento. Si è ritenuto però necessario menzionare
questo aspetto per meglio comprendere perché questo lavoro è stato
fatto:a seguito di questo cambiamento di strategia nel movimento, il
supporto per i /le prigionieri/e ha iniziato lentamente a divenire un
aspetto di secondo piano. Da questa considerazione abbiamo iniziato a
lavorare al progetto "Shac ha fatto storia - Shac made
history”. La campagna SHAC è
stata senza dubbio, con la sua lunga storia, la campagna per la
liberazione animale che ha maggiormente subito l’attacco delle
forze repressive. Ognuno/a di noi è stato/a ad un certo punto
attivo/a in questa campagna. Ma nonostante i moltissimi
individui impegnati nella lotta per la chiusura di Huntingdon in
tutto il mondo, la repressione ha colpito solo alcuni/e. Queste
persone, che hanno pagato e stanno pagando la forza e la
determinazione di questa campagna, necessitano tutto il nostro
possibile supporto e sostegno. Gli individui che hanno perso
anni della loro vita a causa di questo sistema oppressivo, e che le
autorità stanno cercando di isolare dal movimento in ogni modo
possibile con severe condizioni di libertà vigilata e dure
restrizioni nella loro vita privata ed attività politica, non
devono essere lasciati/e soli/e, a prescindere da quello che la
"pubblica opinione" possa pensare o meno. É
responsabilità del movimento aiutarli/e a resistere, a tenere la
testa ed il morale alto.
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