martedì 27 maggio 2014

Il movimento di liberazione animale ha affrontato negli ultimi anni numerose sfide e difficoltà, e in larga parte è fortemente cambiato rispetto al passato. Dall’essere un movimento radicale, di base, che si opponeva apertamente a grandi associazioni e media istituzionali, è lentamente divenuto sempre più simile a ciò che una volta criticava. Una parte del movimento ha iniziato a considerare in modo prioritario l’opinione pubblica, modificando i propri contenuti al fine di adattarsi allo standard dei media, lavorando abitualmente con giornalisti e lobbisti, concentrando la propria attenzione nell’apparire “professionali” piuttosto che sulle cose che realmente intendiamo comunicare, su ciò che davvero ci interessa realizzare. Sviluppi ed evoluzioni nel proprio modo di agire sono parte di ogni lotta, ciò nonostante non possiamo accettare il fatto che, se la priorità diviene ottenere il consenso del pubblico a tutti i costi, aspetti fondamentali come la solidarietà per i/le prigionieri/e ed il sostegno per l’azione diretta inizino ad essere largamente ignorati. Non riteniamo sia possibile accettare il fatto che questo movimento stia tendendo negli ultimi anni a voler negare le proprie origini e radici. Dalla lotta per la liberazione totale, si è passati ad una strategia tesa all’ottenimento di nuove norme e leggi che, si presume, dovrebbero migliorare la condizione degli animali nella società odierna. Queste leggi vengono inevitabilmente richieste allo stesso Stato che ci opprime e controlla ogni giorno. Quello stesso Stato che si prende la libertà delle nostre compagne e compagni rinchiudendoli/e per anni, portando loro via tutto. Riflettere su questo recente sviluppo del movimento necessiterebbe un lavoro a parte, e non intendiamo qui approfondire oltre questo argomento. Si è ritenuto però necessario menzionare questo aspetto per meglio comprendere perché questo lavoro è stato fatto:a seguito di questo cambiamento di strategia nel movimento, il supporto per i /le prigionieri/e ha iniziato lentamente a divenire un aspetto di secondo piano. Da questa considerazione abbiamo iniziato a lavorare al progetto "Shac ha fatto storia - Shac made history”. La campagna SHAC è stata senza dubbio, con la sua lunga storia, la campagna per la liberazione animale che ha maggiormente subito l’attacco delle forze repressive. Ognuno/a di noi è stato/a ad un certo punto attivo/a in questa campagna. Ma nonostante i moltissimi individui impegnati nella lotta per la chiusura di Huntingdon in tutto il mondo, la repressione ha colpito solo alcuni/e. Queste persone, che hanno pagato e stanno pagando la forza e la determinazione di questa campagna, necessitano tutto il nostro possibile supporto e sostegno. Gli individui che hanno perso anni della loro vita a causa di questo sistema oppressivo, e che le autorità stanno cercando di isolare dal movimento in ogni modo possibile con severe condizioni di libertà vigilata e dure restrizioni nella loro vita privata ed attività politica, non devono essere lasciati/e soli/e, a prescindere da quello che la "pubblica opinione" possa pensare o meno. É responsabilità del movimento aiutarli/e a resistere, a tenere la testa ed il morale alto.

 shacmadehistory.noblogs.org 

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