martedì 14 aprile 2015

MOMENTI DI QUOTIDIANITA'

Giorni fa, nelle vicinanze di casa "mia", si sono piazzati i carabinieri a fare un posto di blocco. Mi spiego meglio:sole (sole), cielo azzurro (cielo azzurro), campagna (cam-pa-gna) e relativi suoni, e "nel mezzo" una macchina con una sirena (che quando si accende fa "nenuuuuu-nenuuuuu") sopra il tettino e una scritta sulla fiancata, e due tizi ad entrambi i lati, di cui uno con un mitra (cioè:con un mitra; significa che se gli prendeva "lo schizzo" poteva dividere in due me o altri di passaggio):tale scenario, per quanto mi riguarda, è di una normalità, giustezza e dolcezza come quella del riconoscere e ricambiare la purezza di un bambino di sei anni che ti sorride gettandogli una secchiata di liquame fognario in faccia. Detto questo, passandogli vicino, ecco a grandi linee cosa succede:"E' ad acqua?", e lui (facendo capolino dal torpore) "Eh?"; "E' ad acqua?", "Ah, eh (o "ehm...", come nei fumetti)...No". Espressione:un misto fra l'imbarazzato per la domanda improvvisa e la domanda in sé, e l'orgoglioso e il fiero per quello stupendo oggettino che teneva fra le mani (di cui sicuramente anche la mamma e il papà sono orgogliosi, di "tutto questo bel figliolo sistemato e giudizioso"), il quale di certo gli da un senso di virilità, e, soprattutto, ovvia al senso di sicurezza interiore che vanamente va cercando. Ora:questo ragazzo avrà credo si e no 30 anni. E non ha ancora capito cosa sta succedendo. E io gli ho dedicato dei pensieri, senza odio, bensi' in relazione al fatto che poteva (e potrebbe) essere realmente vivo. Queste cose, questi scenari, per chi ha ("sviluppato") una sensibilità e un attaccamento alla vita più o meno come quelle di un tappo di plastica (le persone "mature"), non sono da considerare, o al massimo le si prende "a spallucce". "Ok".
A.

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