lunedì 4 gennaio 2016

Ludd - La festa è lontana


Piccole grandi fughe.
Tutto confinato ai margini, represso.
Privato d'ogni strumento per amare.
Non c'è spazio per te. Nessun posto per te.
Tu non ci sei, mai. Tu non ci sei... Dolore.
Feste, battute, risate...
Tutti "felici", comunque "felici", sempre "felici".
Cosa farai se sarai solo?
Cosa farai quando lo scoprirai?
Con nodi che ancora non scorrono, tipo flagello.
Voragini coperte, tipo trappole...
Non c'è spazio per te. Nessun posto per te.
Tu non ci sei...
Dolore.

La "gioia di vivere", in questi tempi, per forza maggiore, sembra cosa eccezionale. Sono l'apatia, la tristezza, la rassegnazione a riempire la normalità. Dilaga la solitudine, mentre si è sempre meno capaci di rimanere soli. Eppure siamo continuamente bombardati da sorrisi, e non solo "grazie" alla televisione. Mille volte al giorno diciamo "sto bene". Altrettanto spesso ci fingiamo interessati allo stato d'animo altrui. I momenti di autentica gioia sono sempre più, e solo, strappati con le unghie all'ipocrisia, come clandestini nel regno della menzogna. Rischia grosso, d'altro canto, chi si azzarda a non nascondere la propria sofferenza. Chi urla di dolore facilmente scompare: sepolto in manicomio, rinchiuso in carcere, soffocato in una comunità di recupero, o semplicemente come zombie davanti a uno schermo. Siamo stati educati ad eludere ogni sofferenza, altrui o nostra che sia. Non hanno limiti né l'offerta di vie di fuga dalla realtà, da se stessi, né le vie d'isolamento dagli altri, per gli altri. Anche in questo ci troviamo privati degli strumenti necessari per vivere la propria vita, autonomamente e fino in fondo. Anche in tal senso diventa sempre più tarda la liberazione di tutti e di tutto. Anche questo significa lottare per l'autogestione di ogni cosa. Nessuna ipocrisiaE recita alcuna.
(Ludd)

Nessun commento:

Posta un commento