martedì 26 novembre 2013


"Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi nel cervello, per più tardi servirmene, gli esperti, le architetture, gli usi e le tradizioni. Ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena un uomo che, per amore mio, vagabondò con me. Un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra stavamo insieme! Tutto il resto da tempo l'ho dimenticato. Ricordo, ripeto, soltanto un uomo rude e semplice, che quando partii mi tenne per mano tanto a lungo, con labbra tremanti tristi, silenziose" (Walt Whitman, "Attraversai una volta una città popolosa", versione censurata)

Dedico queste righe agli "omosessuali" (quindi ovviamente anche alle "lesbiche"). In memoria di chi, attraverso tutti questi secoli oscuri, ha dovuto trascinare la propria esistenza fra discriminazioni, privazioni, prevaricazioni ed umiliazioni. In memoria di chi si è ucciso, è stato assassinato oppure è morto ammalandosi di dolore. In memoria di tutte le passioni vissute e consumatesi nell'ombra, nella sofferenza e nella paura, ma anche in memoria di quelle che hanno resistito alle ostilità e che all'ostilità hanno risposto con fierezza, energia e forza, sentimenti che spero con tutto me stesso avvolgano ogni passione di chi adesso è in vita.
A. (2012)

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